ITALIA – È risaputo che stilare una previsione delle azioni che svolgeranno i singoli individui consiste in una pratica rischiosa e mutevole nel tempo. Scendendo nel dettaglio è difficile individuare i propositi dei potenziali clienti, in questo caso gli spettatori, che in momento hanno le migliori intenzioni di guardare un film al cinema per poi cambiare totalmente idea.
Una riflessione che si scaglia con forza contro il mondo del cinema, italiano in particolare, divenuto un elemento di secondo piano soprattutto dopo il disastroso periodo del Covid-19.
Il flusso dell’innovazione va a ritmi sempre più frenetici con conseguente ricaduta negativa sul mondo delle riproduzioni in sala e gli innovatori, coincidenti inevitabilmente con i giovani, vanno spronati all’azione per dare ai potenziali frequentatori di cinema quel tocco di fiducia perso da tempo, insomma una ferita da ricucire in tempi ridotti.
Entrando maggiormente nel dettaglio, Il Ministero della Cultura ha destinato circa 20 milioni di euro per sostenere la campagna promozionale chiamata “Cinema Revolution“.
Fino al 16 settembre di quest’anno, i film italiani ed europei saranno proiettati nei cinema al prezzo speciale di 3,50 euro.
Questa iniziativa è stata fortemente voluta da tutto il settore cinematografico, dai produttori ai distributori, con la partecipazione di più di 700 sale in Italia che hanno deciso di aderire al progetto. L’obiettivo è incentivare il pubblico a tornare al cinema, offrendo film a prezzi ridotti.
“Le sale cinematografiche rappresentano importanti luoghi di aggregazione sociale e culturale. Crediamo che sia nostro dovere sostenerle e per questa estate abbiamo messo a punto un piano di azione che coinvolge il Governo e l’intero sistema cinematografico italiano per favorire la loro ripresa“, afferma Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura.
Nella prima metà di giugno si è registrato un aumento del 65% nelle presenze rispetto all’anno scorso, con oltre 1,2 milioni di spettatori durante i giorni (11-15 giugno) della prima edizione di “Cinema in festa”.
Gli addetti ai lavori durante questi giorni hanno offerto tariffe ridotte e si è registrato un incremento del 187% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Un’iniziativa lodevole ma c’è solo un piccolo problema. Da 5/10 anni a questa parte siamo letteralmente “colonizzati” dal cinema statunitense. Da capire se i dati appena riportati fanno riferimento a spettatori che sono andati a vedere film italiani/europei o se fanno riferimento al numero di entrate in generale.
Se consideriamo, inoltre, che il parere dello spettatore casual si basa sull’assunto che “il cinema italiano è da rifondare“, figuriamoci quanto sarà inutile questa iniziativa. In ogni caso, per un giudizio definitivo bisognerà aspettare i dati a fine promozione, dati che si spera siano prolifici in primis dal punto di vista dell’affluenza e conseguentemente sotto l’aspetto economico.
L’unico aspetto che fa storcere il naso non può che riferirsi al periodo di attivazione dell’iniziativa proposta. I mesi interessati, infatti, saranno quelli estivi fino a metà settembre… dinamica che forse avrebbe potuto funzionare in maniera più decisa nei periodi freddi.
Il cinema rappresenta un’esperienza unica e l’ambiente circostante svolge un ruolo fondamentale. Anche una coppia di adulti che solitamente dedicava il giovedì sera al cinema potrebbe trovarsi in difficoltà a sostenere i costi se si aggiungono i soliti 15/20 euro per popcorn e bevande.
La realtà è che, come in molti altri settori, il costo della vita è aumentato mentre i salari rimangono stabili.
Fonte foto Regione Siciliana
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