CROTONE – Le bare contenenti i corpi dei naufraghi morti sulla spiaggia di Steccato di Cutro, sono state sistemate in una zona dedicata e numerate.
Una delle casse, contrassegnata con lo zero, contiene i resti di un bambino di pochi mesi, la vittima numero 46.
Molti dei feretri non presentano ancora una targa con il nome della persona deceduta, mentre su altri è possibile leggere l’identità della vittima.
Sulla piccola bara bianca del bambino c’è una piccola auto della polizia come segno di rispetto delle forze dell’ordine. Gli agenti della scientifica e dell’immigrazione della Questura di Crotone stanno lavorando per identificare le vittime una a una, dal neonato fino agli adulti.
Si possono leggere forti emozioni nei loro occhi, condivise con amici e parenti.
I sopravvissuti giungono al Cara a piccoli gruppi, accompagnati dalla polizia. Le imprese locali hanno posizionato un mazzo di fiori su ogni bara, dimostrando la vicinanza della comunità alla tragedia.
Oggi, molti avrebbero voluto entrare per dare un ultimo saluto ai loro fratelli stranieri, ma l’apertura della camera ardente è stata posticipata dalla Prefettura a domani, a causa delle attività mediche in corso.
Rappresentanti delle comunità straniere, incaricati dalle famiglie delle vittime, si sono alternati per l’identificazione delle salme attraverso foto provenienti dai loro paesi d’origine.
I parenti delle vittime hanno urlato il loro dolore e hanno ricevuto supporto psicologico. La comunità marocchina locale è stata autorizzata ad entrare per una preghiera.
Un gruppo di 25 persone si è fermato davanti alle bare per pregare e accompagnare le anime dei morti verso il Paradiso.
Tarik Chaouki, della moschea di Cirò Marina, ha affermato che la preghiera è un aiuto per far arrivare in Paradiso questi fratelli e che la loro morte è un grande dolore per la comunità crotonese e italiana, nonché per i musulmani.
Le fasi della tragedia
Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio si è verificato un tragico naufragio al largo delle coste della Calabria, precisamente vicino la spiaggia di Steccato di Cutro a Crotone, che ha causato la morte di 64 migranti, tra cui 14 bambini.
Al momento sono stati recuperati 82 superstiti.
Tra le vittime sono stati ritrovati i corpi di un neonato e di due gemellini, ma il bilancio potrebbe ancora aumentare e raggiungere quota 100.
Quattro presunti scafisti sono stati fermati, mentre la Procura di Crotone ha aperto un’indagine per omicidio e disastro colposi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Secondo le prime informazioni, i migranti, provenienti principalmente dall’Iran, dalla Siria e dall’Afghanistan, erano partiti quattro giorni prima dal porto di Smirne, in Turchia.
L’imbarcazione, che trasportava circa 180 persone, non ha retto alla forza del mare in tempesta e si è spezzata in due. Il presidente Mattarella ha chiesto all’Unione Europea di assumersi la responsabilità di governare i flussi migratori per evitare altre tragedie simili.
Foto di Maria Angela Cinardo