ITALIA – Sono finite tutte le scorte di Zitromax, l’antibiotico usato contro il Covid. Introvabile da giorni, infatti, nelle farmacie italiane.
A mancare sarebbe proprio la molecola necessaria per la produzione del farmaco, che viene prescritto insieme ad antinfiammatori. La causa di questa “assenza” è, naturalmente, da ricondurre alla grande richiesta a seguito dell’esplosione dei contagi nel Bel Paese. C’è anche chi si è “accaparrato” il farmaco – pur non avendo contratto la malattia – perché “non si sa mai“.
In realtà, gli esperti si sarebbero espressi in senso sfavorevole all’utilizzo di questo antibiotico per la cura del Covid. Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, ha scritto su Twitter: “Il fatto che scarseggi un farmaco che non rientra nelle linee guida per la terapia di Covid spiega bene la nostra situazione“, facendo ben intuire la sua posizione.
Ancora, il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha scritto su Facebook: “Che paese strano l’Italia. Lo Zitromax è esaurito. Sapete perché? Perché è il farmaco che viene prescritto da molti medici e richiesto dai pazienti per curare il Covid. Anzi peggio per chi è positivo al tampone anche se asintomatico“.
“La domanda è: serve la azitromicina nella cura del Covid? C’è un dato o uno studio che dica che serve a qualcosa? Che fa guarire prima? Che riduce gli accessi in ospedale? Che riduce la mortalità? Nulla di tutto questo. Azitromicina è un antibiotico antibatterico che serve nella terapia di alcune infezioni batteriche, ma non serve a niente nella cura del Covid. Sapete a cosa serve? A produrre batteri resistenti, di cui l’Italia è piena più di ogni altro paese europeo”, aggiunge.
“Nelle infezioni virali come il Covid gli antibiotici non devono essere utilizzati, salvo in alcuni casi molto selezionati. Molto selezionati (meno del 2% del totale). Basta usare l’azitromicina e gli altri antibiotici nel Covid. Non servono. Creano resistenze e poi mancano per chi ne ha veramente bisogno. Dopo i tamponi autoprescritti e autousati, ecco il fai da te con gli antibiotici. Povera Italia”, conclude.
Foto di repertorio
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