ITALIA – Sono molteplici i dubbi e le perplessità sui sintomi della nuova variante Omicron che, diffusa anche in Italia, rappresenta una nuova minaccia per il nostro Paese.
I primi quesiti riguardano proprio i tempi di incubazione che, in base a quanto emerso fino a ora, sarebbero molto rapidi. Silvio Brusaferro, in quanto presidente dell’Istituto superiore di sanità, si è espresso così: “Anche se i risultati sono ancora preliminari, la stima conferma la grande velocità di diffusione della variante, che sembra dare focolai molto estesi in breve tempo e si avvia ad essere maggioritaria, come sta già avvenendo in diversi altri paesi europei“.
Tra i sintomi più comuni emergono i seguenti: naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola. Non sarebbero stati segnalati, invece, perdita di olfatto e gusto, contrariamente a quanto hanno testato sulla loro pelle i positivi al “tradizionale” Covid-19.
I sintomi di minor rilevanza sono facilmente associabili a quelli di un comune raffreddore che, non solo non rappresenterebbe una novità – soprattutto nei mesi invernali – ma tra l’altro sembrerebbe prevedere un recupero nel giro di 10 giorni; per gli immunodepressi o per chi è affetto da patologie respiratorie, invece, la situazione potrebbe rilevarsi differente, dal momento che si potrebbe andare incontro anche a malattie più pericolose, come la polmonite.
L’aspetto che però fa ben sperare è che, in base a tre differenti studi condotti rispettivamente in Giappone, a Canbridge e a Honk Kong, la variante Omicron sembrerebbe essere meno pericolosa per i polmoni.
Il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, infatti, ha affermato: “Ho seguito e sto seguendo centinaia di persone vaccinate con 2 o 3 dosi di vaccino che hanno il Covid. Ebbene queste persone hanno un raffreddore o una forma influenzale che dura 3-4 giorni. Nulla a che vedere con il Covid di un anno fa e con il Covid di chi non è vaccinato“.
“Mi sembra che si stia consolidando l’idea che Omicron sia un pochino meno virulenta rispetto alla Delta, considerando quante persone vanno in ospedale rispetto al numero dei casi. Va detto che per diventare un semplice raffreddore probabilmente ci metterà non meno di 10 anni“, ha aggiunto, invece, Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata.
“Certo, se aumentano tanto i casi aumenteranno comunque anche i ricoveri. Preoccupa molto la trasmissibilità di questa variante – ha sottolineato Andreoni – che è già dominante in Italia, considerando che dovrebbe aver superato il 50%. Sotto un aspetto puramente epidemiologico il fatto che il virus possa aver perso virulenza ci fa piacere, perché noi stiamo aspettando che il virus si adatti sempre di più all’uomo diventando meno aggressivo“.
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