ITALIA – Si torna a parlare del vaccino AstraZeneca, questa volta – dopo molto tempo – in maniera meno negativa di quanto l’Italia non si sia abituata negli ultimi tempi.
“L’evidenza disponibile non ha consentito all’Ema di identificare particolari fattori di rischio che rendono più probabile la Tts (trombosi con sindrome da trombocitopenia)”, questo quanto dichiarato dall’Ema.
“Sono stati analizzati tutti i dati disponibili, inclusi gli ultimi provenienti da segnalazioni spontanee relative alla Tts nella banca dati di farmacovigilanza EudraVigilance, dati dettagliati sulle vaccinazioni degli Stati membri e un ulteriore studio commissionato sul rischio di coaguli di sangue che è stato esaminato in dettaglio dal Comitato per la sicurezza Prac dell’Ema. La conclusione è che non è stato possibile rilevare fattori di rischio specifici che rendono più probabile sviluppare la rara condizione“.
“Sebbene segnalazioni spontanee, se messe in relazione all’esposizione, abbiano suggerito che il rischio può essere maggiore nelle donne e negli adulti più giovani, e minore dopo la seconda dose rispetto alla prima, i limiti del modo in cui i dati vengono raccolti – precisa l’Ema – implicano che nessuna di queste differenze potrebbe essere confermata”.
“Continuate a somministrare una seconda dose di Vaxzevria tra le 4 e le 12 settimane dopo la prima, in linea con le informazioni sul prodotto. Non ci sono prove che il ritardo della seconda dose abbia alcuna influenza sul rischio di Tts”.
Immagine di repertorio
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