Coronavirus

Positivo? Niente Green Pass. Si pensa alla revoca temporanea della certificazione verde

ITALIA – Il bilancio del Green Pass a seguito dei vaccini per contrastare la pandemia di coronavirus sta suscitando non pochi punti interrogativi sulle modalità d’uso della certificazione richiesta per ritornare alla normalità quanto prima, tra chi si rifiuta di effettuare una o entrambe le dosi o addirittura chi da positivo ha libero accesso ai servizi quotidiani grazie al possesso della certificazione verde.

Il Governo sta studiando questo aspetto, non da sottovalutare. Il green pass sarà revocato in via temporanea a chi risulta positivo al Covid. Lo ha deciso il ministero della Salute, che interverrà per sanare una lacuna emersa nel sistema dei controlli anti-contagio.

Al momento, infatti, i green pass rimangono validi anche se i titolari contraggono il virus: un bel problema, perché la certificazione verde permette di spostarsi e di accedere a luoghi affollati (ristoranti, palestre, cinema…), mentre i positivi sono tenuti a rimanere in isolamento.

Facendo un esempio, in una partita di cartello come Milan-Liverpool che conta circa 60mila persone a San Siro, risulta difficile identificare chi ha il pass senza essere malato da chi lo possiede avendo comunque contratto il Covid.

I controlli per entrare allo stadio prevedono soltanto la verifica del Green Pass rendendo impossibile l’identificazione degli eventuali positivi ma così come negli eventi sportivi questo fatto accade in eventi o luoghi che prevedono un numero importante di persone o partecipanti che siano.

Ad essere sinceri, le norme ci sono già e parlano chiaro: chi sa di essere positivo e non rispetta la quarantena va incontro a sanzioni. Il punto è che oggi il rispetto delle regole è demandato al senso di responsabilità dei cittadini. L’obiettivo, invece, è fare in modo che i positivi non possano in alcun caso utilizzare il green pass per eludere i controlli.

Per risolvere la questione occorre mettere in contatto i dati sui tamponi molecolari positivi elaborati dalle aziende sanitarie regionali con la piattaforma green pass gestita dal ministero. Il primo passo è il via libera del Garante della Privacy, che potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Dopo questa operazione, si dovrà aggiornare l’app VerificaC19, in modo tale che il green pass dei positivi non risulti più valido.
Perché questo nuovo sistema vada in porto però serve una maggiore efficienza nello scambio dati tra ASL e il ministero della Salute. L’aggiornamento dell’app arriva infatti da quest’ultimo e i certificati verdi andrebbero aggiornati quotidianamente per permettere la revoca del permesso ai contagiati.

Sul tema era intervenuto lo scorso mese il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un “question time” alla Camera: “Resta evidente – alcune delle sue parole – che chi è identificato come caso positivo è sempre soggetto a isolamento ed è escluso a rigore l’uso del green pass se il titolare è causa di possibile contagio. La revoca segue una doppia opzione: la segnalazione del medico o il tampone positivo i cui dati convergono su piattaforma regionale”.

Sempre più incertezze e meno punti di riferimento sulla campagna vaccinale che prima faceva credere che bastassero soltanto due dosi per ottenere l’immunità oppure dopo aver contratto il coronavirus. Adesso servirà la terza dose e chissà, probabilmente una quarta o ulteriori somministrazioni a cadenza semestrale o annuale.

Foto di repertorio

Filippo Rubulotta

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Filippo Rubulotta
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