MALTA – Focolaio Covid tra studenti italiani in vacanza a Malta. Il viaggio di piacere si sarebbe trasformato in un vero e proprio incubo per circa 130 giovani italiani, che si sono messi in contatto con l’Ambasciata italiana. Tra questi vacanzieri, infatti, si sarebbe creato un vero e proprio focolaio.
Sarebbero 50 i positivi e tutto il resto in isolamento poiché entrati in contatto con i membri del gruppo. Solo alcuni sono maggiorenni. Da ricordare che secondo le norme maltesi, in caso di positività la quarantena è obbligatoria (e a pagamento) fino a un doppio tampone negativo.
Ieri l’Ambasciata, in continuo contatto telefonico con i ragazzi, ha organizzato in collaborazione con le autorità un servizio di trasporto per radunare gli studenti al Corinthia Marina, a Saint Julian, riconvertito in Covid Hotel, al quale nessuno può avere accesso. Il cluster, si apprende, ha colpito anche ragazzi francesi e spagnoli.
La situazione Covid a Malta
Malta è il paese con il più alto tasso al mondo di vaccinati, tanto che aveva raggiunto i 0 nuovi casi solo qualche giorno fa. Una situazione che aveva convinto il governo a riaprire alle comitive di teenager italiani ed europei. Negli ultimi giorni c’è stato però un balzo dei contagi e secondo le autorità sanitarie locali, il 90% dei 252 casi attualmente attivi (di cui tre ricoverati) riguarderebbe proprio giovani stranieri entrati nel Paese. I giovani arrivati sono a Malta o per vacanza oppure per studiare in una delle tante scuole d’inglese presenti tra Malta e Gozo.
Per questo da mercoledì prossimo a Malta potranno entrare soltanto le persone che avranno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni. Il Ministro della Salute, nonché vicepremier, Chris Fearne, ha preso tale decisione dopo la crescita esponenziale dei casi nel paese e inoltre ha deciso di chiudere le scuole di lingue dal 14 luglio.
Farmaci e cure per i ragazzi
Ricette e farmaci in arrivo per alcuni dei ragazzi minorenni italiani risultati positivi al Covid e bloccati a Malta. L’intervento è scattato grazie al Comitato Cura Domiciliare Covid-19 a cui ha chiesto aiuto la mamma di uno dei giovani contagiati.
Subito si sono attivati due medici del gruppo fondato dall’avvocato Erich Grimaldi, presidente del Comitato che oggi, peraltro, chiederà nuovamente al Ministro Speranza di validare il loro lavoro con una Conferenza Nazionale organizzata sul lungomare di Napoli.
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