Coronavirus, basterà il vaccino per dire addio alle mascherine? Virologo Pregliasco: “Solo con immunità di gregge”

ITALIA – Uno degli aspetti più fastidiosi della pandemia da Coronavirus (ma certamente uno dei più necessari), è sicuramente l’utilizzo della mascherina per proteggere gli altri e, in alcuni modelli, se stessi da un eventuale contagio. Dalla fine del primo lockdown a ora, l’utilizzo di ogni tipo di mascherina è diventato praticamente imprescindibile. Dall’ingresso nei negozi, a quello nei ristoranti, fino ad arrivare a una passeggiata all’aperto, è obbligatorio tenere bocca e naso coperti dalla mascherina, chirurgia o FFP2 che sia. La domanda che, dunque, tutti si sono da sempre posti è: quando non si dovrà usare più? Una risposta potrebbe arrivare nei prossimi mesi, quando il vaccino contro il Coronavirus sarà distribuito anche in Italia. Ma basterà solo la somministrazione del vaccino per dire addio al virus e alle mascherine? Per chiarire il punto ci ha pensato il virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano.

Dopo che la Gran Bretagna ha bruciato le tappe in tal senso, con non poche difficoltà, cresce l’attesa per la grande distribuzione del vaccino in Italia e nel resto del mondo. Secondo quanto detto da Pregliasco, però, le mascherine serviranno finché non si raggiungerà il 60-70% di persone vaccinate, ovvero fino a quando non si arriverà all’immunità di gregge.

Il vaccino, dunque, non può immediatamente azzerare la diffusione del Covid-19. Lo stesso Pregliasco ha parlato del fatto che, comunque, perlomeno agli inizi della somministrazione, resterà una quota di soggetti suscettibili. Secondo le sue dichiarazioni, bisognerà per tutto il 2020 e 2021 andare avanti con queste precauzioni.

Il direttore scientifico dell’Istituto Galeazzi di Milano ha concluso il suo intervento spiegando come si fa a valutare l’andamento della copertura vaccinale e la sua durata. Per avere dei dati certi a riguardo, bisogna passare alla cosiddetta fase 4 del processo di vaccinazione, quella della farmacovigilanza. Si tratta, secondo le sue parole, di una valutazione della sicurezza, degli eventi avversi e delle caratteristiche del vaccino. Un approfondimento comune in ogni procedura farmaceutica.

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