CATANIA– “Il clima di concordia c’è bisogna trovare la sintesi ma se lavoriamo bene troveremo il giusto modo di camminare insieme“. Enrico Trantino, candidato sindaco per Catania, alle amministrative che si svolgeranno il 28 e il 29 maggio, ha presentato stamane la sua candidatura insieme ai sostenitori e ai rappresentanti politici della coalizione a sostegno del progetto politico.
Attorno al nome di Enrico Trantino, candidato unico, la destra ha trovato la quadra. Un nome che, alla fine, ha unito e messo tutti d’accordo. È una unione che durerà? “È una pace che deve durare se vogliamo governare questa città. Io non vivo di politica e quindi posso tornare a fare il mio lavoro in qualunque momento“.
Sulla designazione delle persone che lo affiancheranno qualora venisse eletto sindaco di Catania ha detto: “Spartizione delle poltrone è un linguaggio della politica che non mi appartiene. Se si parla di squadra di governo cittadino occorre parlare di autorevolezza. Le forze politiche già sanno che le rose di nomi che mi forniranno saranno valutate sulla base della sintonia caratteriale“.
In merito all’appoggio di Enzo Bianco al candidato Maurizio Caserta, Trantino risponde: “Non guardo agli avversari, ma auspico che in questa campagna elettorale ci sia un confronto sereno orientato al futuro senza polemiche sulle responsabilità del passato. I catanesi sono stufi di guardare indietro e di rimanere impantanati nella questione del dissesto. Con Caserta ci sarà un confronto leale e costruttivo“.
Poi Trantino ricorda il ricorso storico che riguarda la sua famiglia e il filo che lo lega in maniera indissolubile al padre Enzo; 30anni fa candidato sindaco a Catania quando fu introdotta l’elezione diretta del primo cittadino e a vincere fu proprio Enzo Bianco. “Condizioni diverse e meno male che andrò come è andata“.
In merito al programma e alla direzione politica da intraprendere per aiutare Catania a risolvere i principali problemi Trantino spiega che “prima di pensare alle grandi idee bisogna pensare ai servizi basilari. Il turismo è di sicuro un volano per l’economia catanese ma la pulizia, in termini di decoro urbano, e l’ondine pubblico sono le condizioni principali per la vivibilità dei catanesi. Non sono un mago e quindi non bisogna pensare a grandi miracoli. Non lo dico come alibi ma per dare un segnale di concretezza. Dovremo lavorare duramente, dovrò stravolgere la consuetudine personale della mia vita privata ma la città merita amore e attenzione“.
Sul futuro della città, del rapporto con la precedente amministrazione dichiara: “Inizia una fase di riscossa che non rinnega quanto fatto dal sindaco Pogliese. I frutti della sua amministrazione saranno raccolti nel prossimo futuro. Per tutti i cantieri avviati e quelli che saranno avviati grazie ai fondi intercettati. Adesso ci vuole un ulteriore spinta per collocare Catania come protagonista a livello nazionale. È una città apprezzata dai turisti e questo rapporto non deve essere intaccato dai problemi che si manifestano in città la cui responsabilità non dipende soltanto da chi amministra. Per questo motivo lavorerò anche sul fronte del civismo. Occorre infondere il senso di condivisione dei catanesi verso la propria città, il rispetto delle regole, partendo dal sentimento civico che è un principale alleato nel corretto funzionamento del bene pubblico“.
Amministrare nel segno della continuità dunque ma anche consapevolezza che il momento in cui ha amministrato Pogliese, frainteso secondo Trantino, è differente da quello attuale.
Ci saranno elementi di discontinuità? “Ci saranno elementi di miglioramento perché chi viene dopo ha comunque il dovere di perfezionare quello che è stato fatto prima. Ci saranno margini di sviluppo perché, a prescindere dalla guida politica diversa, oggi abbiamo un dialogo proficuo col governo Nazionale“.
A chi lo definisce pacificatore risponde: “Dai miei alleati mi aspetto lealtà e collaborazione. I momenti di confronto, anche serrati, ci saranno ma si troverà la sintesi. È ovvio che il mio approccio è lontano dalla politica tradizionale e dunque lavoro esclusivamente per dare e non per ricevere. È importante che le persone che lavoreranno con me saranno fidate e leali, so lavorare in gruppo perché riesco ad ascoltare e non impormi. Si può lavorare bene insieme. Insieme decideremo le strategie migliori per la città“.