Giornata mondiale della libertà di stampa, tra censura e diritto all’informazione: cosa significa essere cittadini consapevoli

Giornata mondiale della libertà di stampa, tra censura e diritto all’informazione: cosa significa essere cittadini consapevoli

MONDO – Si celebra oggi, martedì 3 maggio, la Giornata mondiale della libertà di stampa, pensata con l’intento di mettere in risalto uno dei diritti inviolabili dell’uomo.

È fondamentale, infatti, garantire ai cittadini di tutto il mondo la diffusione di una corretta informazione che possa offrire all’essere umano sempre maggiore consapevolezza.

Soprattutto se si parla di democrazia, la libertà di stampa è una prerogativa a cui non è possibile rinunciare. Il suo obiettivo è quello di diffondere informazioni che non siano manipolate o al servizio di un solo individuo.

Garantire una corretta informazione è il primo passo per formare delle coscienze libere che sappiano valutare autonomamente le situazioni, senza lasciarsi influenzare da chi non possiede altro che efficaci capacità persuasive.

In una forma di governo democratica la libertà di stampa ricopre un ruolo di particolare rilevanza poiché la sovranità appartiene al popolo che deve essere al corrente di ciò che lo circonda, affinché possa esercitare il suo diritto di voto in modo pienamente consapevole.

Quando è stata istituita?

La Giornata mondiale della libertà di stampa è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 in occasione dell’anniversario della Dichiarazione di Windhoek, promulgata per affermare una stampa africana indipendente e pluralista. A distanza di 29 anni la Giornata promuove valori ancora fortemente attuali che – a partire proprio da quelli democratici – ambiscono ad abbattere gli innumerevoli ostacoli che nel mondo sono ancora eccessivamente difficili da rimuovere.

La libertà di stampa nella Costituzione italiana

A sancire la libertà di stampa nella Costituzione italiana è l’articolo 21, collocato nella Parte Prima della Carta Costituzionale, cioè quella dedicata ai diritti e ai doveri del cittadino: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

È così che comincia l’articolo 21 della Costituzione con cui i padri costituenti hanno esplicitato uno dei diritti inviolabili del cittadino affinché non si senta in alcun modo condizionato da misure estremamente limitative come la censura.

La censura ai tempi del fascismo

In Italia la libertà di stampa purtroppo non è sempre stata un diritto imprescindibile. Durante il regime fascista, infatti, sono state molteplici le forme di controllo e repressione esercitate dal governo.

La censura ha rappresentato indubbiamente uno dei provvedimenti più drastici per evitare la diffusione di idee che potessero mettere in discussione il regime fascista.

Impressionanti soprattutto i costanti tentativi di controllo esercitati in quegli anni dai vertici del regime: i giornali per esempio potevano essere scritti e stampati solo se prima erano visionati da un responsabile che – incaricato dal governo – avrebbe autorizzato esclusivamente la pubblicazione di notizie in linea con la mentalità fascista.

Una drammatica pagina di storia quella scritta durante l’epoca fascista che ha visto anteporre il bene del singolo a quello collettivo, ignorando che nella maggior parte dei casi il benessere dello Stato coincide perfettamente con gli interessi del cittadino. Sarebbe bastato infatti tutelare lo sviluppo del Paese per preservare allo stesso tempo i propri diritti, piuttosto che attuare una forma di governo totalmente incompatibile con la natura dell’essere umano.

La guerra in Ucraina e l’attuale censura in Russia

Nonostante in Italia la libertà di stampa sia ormai un diritto ampiamente riconosciuto, la situazione non è la stessa in ogni parte del mondo. Ancora oggi, infatti, sono frequenti in alcuni Paesi i tentativi di repressione che limitano la diffusione di una corretta informazione.

Un esempio tristemente attuale è la censura che si sta diffondendo in Russia a seguito dello scoppio di quella che il governo russo si ostina a voler considerare una semplice “operazione speciale”.

Nonostante le notizie trapelate in Russia da febbraio a oggi, sono ancora molte – e forse troppe – le informazioni di cui i cittadini non sono a conoscenza. Porre dinnanzi agli occhi dei russi la realtà nella sua crudeltà significherebbe – per il governo di Putin – lasciarsi travolgere da un’ondata di dissensi che potrebbero rivelarsi per esso negativamente determinanti.

Spiccano per ingegno e creatività i numerosi tentativi degli stessi russi di abbattere il muro innalzato dalla censura: sarebbero state ideate, infatti, delle etichette che – esattamente come quelle che nei supermercati indicano il prezzo dei prodotti – contengono informazioni segrete” sulla cosiddetta “operazione speciale”.

Le nuove etichette sarebbero state stampate e sostituite a quelle presenti nei centri commerciali, proprio per diffondere notizie sulla guerra e per ribellarsi alla repressione di informazioniscomode” per il governo russo.

Un altro valido modo utilizzato dai russi per far trapelare informazioni riguardo ai bombardamenti in Ucraina sarebbe quello di scrivere alcuni dettagli relativi al conflitto su diverse banconote che inevitabilmente garantiscono una facile circolazione.

Fonte foto Pixabay