Essere scout per cambiare sé stessi e gli altri

Essere scout per cambiare sé stessi e gli altri

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Quando si è scout, si fatica a digerire i limiti e le scelte corrotte del mondo e ci si sente veramente vivi e sé stessi solamente quando si interagisce con coloro che condividono la stessa esperienza. 

Lo scoutismo è un percorso di crescita e di esplorazione basato sui valori della vita individuabili nella “legge scout”. 

Esso ha come obiettivo principale quello di promuovere e definire la maturazione personale degli individui tramite l’esperienza attiva.

 

Baden Powell, un grande militare inglese, fondò il movimento degli scout con lo scopo di risolvere il problema dell’educazione dei giovani, creando un nuovo stile di vita senza distinzione di classe sociale. Egli riuscì a percepire il fatto che concedendo ai giovani la fiducia necessaria, questi erano in grado di assumersi le proprie responsabilità. Così, nell’agosto del 1907, sperimentò un primo campo della durata di 8 giorni, con una ventina di ragazzi sull’isola di Brownsea. 

Da quel giorno, gli scout diventeranno quei ragazzi che portano un foulard al collo, camicia e pantaloncini. Al collo, non un foulard qualunque, ma una promessa: quella di trasformare il mondo, di impegnarsi a migliorare il proprio essere, di avere rispetto verso gli altri e le cose materiali, di amare la natura e compiere sempre buone azioni.

 

Essere scout significa sentire il valore di essere differenti dagli altri con le proprie capacità; portare avanti il mondo e saperlo apprezzare. Ciò non significa, per esempio, osservare a vuoto la natura, ma piuttosto saper percepire il respiro di una pianta che sta per germogliare; come può significare anche trovarsi davanti ad un bivio ed essere in grado di scegliere sempre la strada più utile e non quella più facile.

Essere scout significa ammirarsi senza insicurezze, e se si posseggono, condividerle e farci pace.

Essere scout significa saper vivere appieno la vita.

 

Nel tempo, si inglobano e si recepiscono valori fondanti che da soli, in una società caotica e ambigua com’è diventata quella attuale, non è facile acquisire. 

E il punto di partenza di questo ‘viaggio’ sono alcuni interrogativi, che di solito sfuggono all’uomo contemporaneo, preso com’è dalla fretta del vivere quotidiano: chi siamo davvero? Viviamo di tutto ciò che ci circonda e respiriamo, come è normale che sia, ma cosa siamo davvero?

Una risposta a queste domande promuoverebbe sicuramente la conoscenza di sé stessi, presupposto fondamentale perché si possa riuscire a convivere con gli altri e ad aprirsi a loro. Si tratta di una ricerca doverosa, visto che, invece, purtroppo, oggi si naviga in direzione ostinatamente contraria, nel segno di un individualismo esasperato, che rende l’individuo chiuso al mondo, disinteressato al prossimo e raramente in connessione profonda con sé stesso.

 

A questo punto, sarà il caso di ricordare, a mo’ di viatico, due massime di Baden Powell: “Guida da te la tua canoa” e “Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato”.

Castano Desiree Maria ITIS E-FERMI-GUTTUSO Giarre