Caso Università rumena a Enna: Faraone chiede intervento del Prefetto

Caso Università rumena a Enna: Faraone chiede intervento del Prefetto

ENNA –Sul caso dell’università di Medicina rumena ad Enna, dopo la diffida, chiediamo l’intervento del prefetto e del garante“.

Davide Faraone, sottosegretario alla pubblica istruzione, lancia la sua protesta sulla pagina facebook per mostrare tutta la sua indignazione contro l’avvio dei corsi di studio di “Medicina e Farmacia” e “Professioni infermieristiche” dell’Università Dunărea de jos Galaţi della Romania, ospitati ad Enna grazie ad un accordo tra l’Asp e la Fondazione Proserpina, promotrice della convenzione con l’Ateneo romeno.

Sapete di cosa ha veramente bisogno la Sicilia in questo momento per creare condizioni di sviluppo e crescita? – ironizza Faraone –  Di un corso universitario in Medicina organizzato da una fondazione privata in collaborazione con un ateneo rumeno senza accreditamenti e certificazioni. O almeno così pochi gattopardi continuano a credere. Benvenuti in Europa”.

I corsi sono stati dichiarati “illegittimi” a più riprese dal Ministero dell’Istruzione, ma, nonostante le diffide, la macchina operativa guidata da Vladimiro Crisafulli, presidente della fondazione Proserpina, dal rettore dell’Università “Dunarea de Jos” Iulian Gabriel Birsan e il neo assessore alla sanità siciliana Baldo Gucciardi continuano ad andare avanti.

Per questo abbiamo chiesto – continua la nota del sottosegretario all’istruzione – come Miur l’intervento del Prefetto di Enna e dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato per bloccare le attività. La Sicilia non ha certo bisogno di vie d’accesso facilitate, ma di medici ben formati e preparati. Sulla salute dei cittadini non si scherza, e soprattutto non lo si fa per tornaconto personale o per strategie consensuali”

Essere  parte integrante della comunità europea, non vuol dire, secondo Faraone sottostare a  “logiche assistenzialistiche e conservatrici. L’isola ha bisogno di corsi certificati e garantiti, di qualità, che formino medici di qualità. È questo “lo spirito comunitario” e non ha niente a che vedere con partnership dubbie. Quei corsi non devono né possono partire“.

E a quanto pare non è solo il sottosegretario a sostenere tale tesi in quanto altre sono le voci autorevoli che polemizzano sul “caso Enna”, tra cui esponenti della Presidenza del consiglio, del Dipartimento per le politiche europee e dell’Avvocatura dello Stato.

Domani, pertanto, alle 10, nella Sala Rossa di Palazzo D’Orleans, i rettori delle Università di Catania, Messina e Palermo – Giacomo Pignataro, Pietro Navarra e Roberto Lagalla – si incontreranno per discutere della questione relativa all’avvio dei corsi.

Inoltre,  durante l’assise, saranno presentate le iniziative degli Atenei in merito alla questione e anche in relazione alla diffida del Miur nei confronti della Fondazione Proserpina.