Parco Floristella: continuare a lottare per la storia

Parco Floristella: continuare a lottare per la storia

PIAZZA ARMERINA – Tanti anni per rivitalizzarlo, renderlo un’attrazione culturale e motivo di visite nella città di Enna. Eppure, le dimissioni dell’ingegnere Giuseppe Lupo destano parecchie preoccupazioni. L’ormai ex presidente dell’Ente Parco Minerario Floristella ha fatto molto per valorizzare l’area mineraria dove, un tempo, lavoravano tanti minatori di zolfo.

Per questo l’associazione antimafia “Fuori dal Coro” sta cercando di far tornare Lupo sui suoi passi. La paura è quella che dopo lui nessun altro riesca a dare questa importanza al parco, facendolo tornare a “brancolare nel buio”. Ripulire le zone dell’entroterra dalle associazioni mafiose non è mai stato semplice, soprattutto da quando gran parte della popolazione migra verso le grandi città. Adesso ci vuole continuità per tenere l’area urbanistica di Piazza Armerina in condizioni ottimali e non buttar via il lavoro svolto fino ad ora.

Il parco Floristella non rappresenta solo una riserva archeologica, ma raccoglie al suo interno un grandissimo pezzo di storia, con le lotte sociali e politiche del popolo siciliano. Nei suoi 400 ettari di estensione, il parco si presenta come una stratigrafia delle varie epoche. Al suo interno si possono osservare i calcaroni (forni circolari per la fusione ed estrazione dello zolfo), i vari cunicoli per scendere all’interno del giacimento ed i più moderni forni Gill. Inoltre, impossibile non buttare un occhio sull’imponente Palazzo Pennisi (nella foto), residenza dei vecchi proprietari dello stabilimento.

Palazzo Pennisi

Una struttura regale che contrasta in modo incantevole i ruderi presenti all’interno del parco e che mette in risalto l’enorme contrasto sociale dell’epoca.

Foto: castellodisperlinga.it