ENNA – Assolti due individui imputati di molestie reciproche a Enna. La decisione emessa dal Tribunale di Enna è destinata a generare dibattiti: secondo la sentenza, il reato di stalking non può configurarsi quando entrambe le parti sono coinvolte nelle azioni persecutorie.
Accusati di atti persecutori l’uno contro l’altro
Il giudice monocratico Elisa D‘Aveni, del tribunale di Enna, ha assolto due giovani imputati: un meccanico ancora sotto i 30 anni e un’infermiera di 32 anni. Entrambi erano accusati di atti persecutori l’uno contro l’altro.
La duplice veste di vittime e aggressori
I due imputati erano coinvolti in pedinamenti, minacce, violenze fisiche, danneggiamenti e molestie. Difesi rispettivamente dagli avvocati Salvatore Timpanaro e Doriana Saraniti, entrambi sostenevano di essere vittime degli atti persecutori compiuti dall’altro e di vivere in uno stato di ansia e paura a causa del comportamento reciproco.
Alla fine, entrambi risultavano essere contemporaneamente vittime e aggressori.
Reato incompatibile con la normativa
Gli avvocati hanno centrato le loro difese su questo duplice ruolo, argomentando che uno stalking reciproco è giuridicamente e logicamente incompatibile con la normativa, poiché ciascuno dei due protagonisti è sia un incubo che un succube allo stesso tempo.
Il Tribunale ha emesso l’assoluzione degli imputati per mancanza di prove del reato.
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