ENNA – Gela, Comiso, Carbonia, Cagliari, Nuoro, Oristano, Macomer, Vibo Valentia e Desenzano del Garda. Sono queste le città dove Lucia Nefertaris Altamonte, domenicana di 43 anni, gestiva da Enna delle vere e proprie case a luci rosse.
Le accuse mosse alla donna, dopo l’inchiesta della Procura delle Repubblica di Enna, sono di favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione e auto-riciclaggio. Coinvolti nell’inchiesta anche altri sei connazionali della 43enne, i quali si prostituivano e “gestivano gli affari”.
Per altre tre persone coinvolte, tutte italiane, invece, è stato disposto l’obbligo di firma: queste, in particolare, si occupavano di reperire appartamenti, trovare clienti, venire incontro a tutte le esigenze delle donne che si prostituivano, le quali venivano accompagnate al momento dell’arrivo e della partenza (solitamente dopo due settimane) in cambio di regali, soldi o prestazioni sessuali.
Coloro i quali concedevano l’affitto di questi appartamenti erano all’oscuro di tutto. La donna, inoltre, pubblicava su un sito internet specifico, gestito da un indagato del Lazio, diversi annunci. Non solo le prestazioni sessuali, ma anche un gran giro di denaro.
A Desenzano del Garda, infatti, Altamonte si serviva di un’attività commerciale dalla quale era possibile effettuare operazioni di “money transfer” su conti intestati a familiari e a suoi dipendenti di Santo Domingo. Nel 2017, la donna avrebbe mandato al suo Paese ben 30mila euro in contanti.