Cronaca

Rapina a Piazza Armerina: il “vai e vieni” dal palazzo ripreso dalle telecamere li inchioda: scattano domiciliari

PIAZZA ARMERINA – Una tentata rapina commessa da tre catanesi, residenti tra Librino e San Cristoforo, a Piazza Armerina.

I fatti sono stati attenzionati dopo la richiesta di aiuto, che è arrivata la mattina del 13 ottobre 2016 negli Uffici del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, relativa ad una tentata rapina ai danni di un anziano, avvenuta dentro alla sua casa, fra l’altro poco distante dalla sede del Commissariato, per mano di tre malviventi che avevano approfittato dell’affluenza in città di persone, commercianti ed avventori, in occasione del mercato settimanale.

Sul posto, sono giunti immediatamente gli uomini dei due Uffici Investigativi, fra l’altro – quella mattina – impegnati in servizi straordinari di controllo del territorio proprio nella cittadina armerina, e hanno appreso direttamente dalla vittima che, pochi minuti prima, mentre stava rientrando nel proprio appartamento – dopo una breve assenza – vi aveva trovato due persone che, dopo avergli inizialmente impedito di accedere alla propria abitazione bloccando la porta dall’interno, l’hanno aperta improvvisamente.

I malviventi, con il volto coperto, lo hanno strattonato per allontanarlo e garantirsi la fuga, facendolo cadere per terra. In quell’occasione lo stesso pensionato ha sbattuto violentemente la testa ed altre parti del corpo, e, nel tentativo di inseguirli, è stato colpito dai malfattori con alcuni calci sulle gambe ed in altre parti del corpo, lasciandolo sofferente per le scale del condominio, mentre i criminali hanno abbandonato lo stabile scendendo di corsa giù dalle scale. Giunta in strada, la vittima chiedeva aiuto ai passanti che gli hanno subito prestatosoccorso e allertando la polizia.

Dalle prime tempestive indagini, si è riusciti a ricostruire la dinamica dei fatti, le caratteristiche fisico-somatiche dei malviventi, ma anche di individuare il veicolo dagli stessi criminali utilizzato.

Il malcapitato è stato accompagnato al nosocomio armerino per le cure del caso, per aver riportato lesioni personali per contusioni ed escoriazioni in varie parti del corpo.

La puntuale ricostruzione del grave evento delittuoso, ha permesso di capire la provenienza del gruppo criminale, che non a caso aveva deciso di colpire nel centro armerino, in quanto è stato accertato che i pregiudicati catanesi, fin dal prime ore del mattino, avevano eseguito un attento sopralluogo nel condominio individuato per il colpo, entrando ed uscendo più volte dall’edificio. Infatti, grazie alla individuazione di vari impianti di videosorveglianza presenti nella zona, si è riusciti a ricostruire tutta la dinamica, dall’arrivo alla fuga precipitosa, il tutto perfettamente corrispondente alle acquisizione investigative nell’immediatezza.

Nonostante fossero state attivate immediatamente le ricerche sul territorio del segnalato fuoristrada, i criminali avevano fatto perdere le loro tracce. Nel corso della stessa giornata analoghe ricerche sono state effettuate nei quartieri Librino e San Cristoforo, cioè nei luoghi riconducibili a Giuseppe Agatino Cassone – sin da subito individuato come soggetto coinvolto nella vicenda, come dalle informazioni ricavabili dalle banche dati in uso alle forze di polizia, spesso controllato in compagnia di Giancarlo Privitera e Luigi Intelisano – non permettevano di rintracciare gli autori del colpo, che ben si guardavano dal rientrare nei luoghi di residenza.

Le successive indagini, eseguite anche mediante l’analisi dei dati di traffico telefonico e l’ascolto delle intercettazioni dei malviventi, hanno permesso di accertare, senza alcuna ombra dubbio, la responsabilità dei criminali, in maniera perfettamente convergente con quanto rilevato dall’attenta visione dei vari filmati acquisiti dai sistemi di videosorveglianza cittadini.

Inoltre, l’esito delle intercettazioni telefoniche sul gruppo ha confermato la piena responsabilità degli stessi per i delitti contestati, in relazione sia i rapporti di frequentazione reciproca, sia al loro coinvolgimento nella perpetrazione di reati predatori in genere.

Gli arrestati, catturati dalla Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, con la collaborazione della Squadra Mobile di Catania sono stati posti agli arresti domiciliari dall’A.G. procedente, la Procura della Repubblica di Enna, che ha coordinato brillantemente le indagini, nella persona del Dottor Francesco Augusto Rio, e del Procuratore della Repubblica dottor Massimo Palmeri.

Redazione

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