ENNA – La Suprema Corte di Cassazione rende definitive le condanne a carico di cinque soggetti arrestati nell’ambito dell’indagine della Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta denominata “Kaulonia” condotta dai carabinieri del ROS. L’attività investigativa, le cui misure cautelari furono eseguite il 19 marzo 2019, ha permesso di ricostruire la composizione, i ruoli e le dinamiche della famiglia mafiosa di Pietraperzia, di appurare come fosse la compagine di riferimento di “Cosa Nostra” per la Provincia di Enna e mantenesse solidi rapporti con la famiglia Santapaola di Catania. Al riguardo sono stati documentati più incontri tra gli esponenti delle due famiglie culminati in una importante riunione tenutasi il 7 giugno 2017 a Pietraperzia nel corso della quale i vertici dei Santapaola si sono incontrati con gli omologhi pietrini per definire il quantum dovuto da un imprenditore ennese impegnato in lavori edili a Catania. Tra quest’ultimi vi era anche Antonino Di Dio, 69 anni di Villarosa, destinatario dell’odierno ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Caltanissetta ed eseguito dai carabinieri del Comando Provinciale di Enna. Dovrà scontare una pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso ed estorsione.
Nell’ambito della medesima indagine è stato possibile accertare anche la consumazione di vari reati contro il patrimonio, come danneggiamenti, furti a sportelli bancomat, ricettazione e rapina, alcuni dei quali commessi con il fine di agevolare la famiglia mafiosa di Pietraperzia, compiuti da un gruppo diretto da Salvatore Giuseppe Di Calogero, 48 anni di Pietraperzia, che dovrà scontare una pena definitiva di 8 anni e 8 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso e furto.
Insieme a Di Calogero, i carabinieri di Enna hanno dato esecuzione agli ordini di carcerazione a carico di Gianfilippo Di Natale, 27 anni, di Pietraperzia, condannato a 9 anni per furto, rapina, porto e detenzione di armi, Filippo Giuseppe Di Calogero, 44 anni di Pietraperzia, condannato a 4 anni per rapina, porto e detenzione di armi, Gianfilippo Di Natale, 27 anni di Pietraperzia, condannato a 9 anni di reclusione per furto, rapina, porto e detenzione di armi e Simone Russo, 30 anni di Pietraperzia, condannato a 5 anni di reclusione per rapina e ricettazione.
Operazione “Kaulonia“
Un gruppo criminale molto violento, strettamente legato alla storica “famiglia” Santapaola-Ercolano di Catania, è stato scoperto durante l’inchiesta dei carabinieri chiamata “Kaulonia” e coordinata dalla D.D.A. della Procura di Caltanissetta. Il clan ha effettuato azioni eclatanti per consolidare il suo ruolo di gruppo egemone di Cosa Nostra nell’Ennese. Nel corso dell’indagine, iniziata nel 2015, i carabinieri del Ros di Caltanissetta hanno registrato un video di un incontro con i vertici del clan egemone di Catania in una masseria nelle campagne dell’entroterra siciliano.
Inoltre, l’indagine ha rivelato il ruolo di vertice della famiglia di Pietraperzia, che è stata in grado di mantenere relazioni con la ‘ndrangheta e con altre famiglie di mandamenti della regione. Secondo il Procuratore capo di Caltanissetta, Roberto Bertone, il dato più significativo riguarda le modalità di estorsione adottate dal gruppo criminale ai danni di un cittadino della provincia di Enna che stava lavorando a Catania, in seguito all’appalto vinto. Durante le riunioni venivano concordate le modalità di estorsione. Il fatto che importanti esponenti di Cosa Nostra di Catania si siano recati a Pietraperzia dimostra l’importanza che la famiglia ha assunto nel territorio.