ENNA – Il Ministero della Salute ha versato un risarcimento di 850mila euro ai due eredi di una donna di Enna, deceduta a 50 anni dopo aver contratto gravi malattie, tra cui epatite e HIV, a seguito di una trasfusione di sangue infetto avvenuta nel 1968.
Le sentenze confermano la responsabilità dello Stato
La vicenda giudiziaria ha visto l’emissione di due sentenze, una del Tribunale e una della Corte d’Appello di Caltanissetta, che hanno riconosciuto la responsabilità della Pubblica amministrazione.
Successivamente, il TAR di Palermo ha ordinato il pagamento immediato del risarcimento, decisione presa quando il Ministero aveva già disposto il versamento della somma ai due eredi.
Un lungo percorso per ottenere giustizia
La richiesta di risarcimento era stata presentata nel 2014 dall’avvocato Silvio Vignera, su iniziativa dei familiari della donna dopo il suo decesso.
Il caso, che ha richiesto anni di battaglie legali, si è infine concluso con il riconoscimento del diritto al risarcimento, portando un po’ di giustizia alla memoria della vittima e ai suoi cari.
Le dichiarazioni dell’avvocato
“È una procedura – dichiara l’avvocato Vignera – non solita per la sua relativa brevità. Spesso i tempi della Giustizia e della Pubblica amministrazione sono molto più lunghi. Sarebbe auspicabile che questa buona prassi divenisse ordinaria per questi già difficili e complessi casi, anche perché la Giustizia Italiana è sensibile a queste tematiche e coerente ai principi espressi dall’ordinamento giuridico e dalla Suprema Corte“.