ENNA – Morte “sospetta” di una paziente all’ospedale di Enna: assolti 9 medici, per il giudice “il fatto non sussiste“.
Morte “sospetta” all’ospedale di Enna: l’assoluzione
Si è conclusa con un verdetto di assoluzione la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’intero staff del reparto di Chirurgia dell’ospedale Umberto I di Enna.
Il tribunale, presieduto dalla giudice Elisa D’Aveni, ha stabilito che “il fatto non sussiste” scagionando sette medici e due anestesisti accusati di omicidio colposo per non aver effettuato un intervento che, secondo l’accusa, avrebbe potuto salvare una paziente.
I fatti contestati
La donna, ricoverata il 6 novembre 2017 per un intervento di laparocele, era deceduta a seguito di un arresto cardiaco, causato da una complicanza legata a un problema polmonare congenito mai diagnosticato.
La lunga inchiesta, iniziata nel 2017 contro ignoti, aveva portato sul banco degli imputati i due anestesisti Giuseppina Prestifilippo e Giovanni Luca Di Bartolo.
Insieme a loro i chirurghi Salvatore Rizza, Serafino Si Gregorio, Angelo Antonio Muratore, Salvatore Giuseppe Puglia, Riccardo Massimo Alaimo, Dante Ferrari e Angelo Maria Perri.
La difesa e l’accusa: la morte “sospetta” all’ospedale di Enna
I medici erano stati difesi da un team legale composto dagli avvocati Patrizia Di Mattia, Camillo Mastroianni, Fulvio Licari, Mauro Di Natale, Ones Benintende, Bianca Luigi Spinello, Paolo Viscò e Sinuhe Circuraci.
Secondo l’accusa, l’intervento omesso avrebbe potuto prevenire la complicanza fatale. Il tribunale, però, ha accolto la tesi difensiva che ha evidenziato come il problema polmonare congenito, mai individuato prima, fosse stato la causa principale del decesso.
Il calvario si conclude
Dopo sette anni di indagini e processo, la decisione del giudice ha posto fine a una vicenda che aveva segnato la vita dei medici coinvolti.