Gestiva lo spaccio in sei Comuni dai domiciliari: Salvatore Nicotra il “burattinaio” della droga

ENNA – I carabinieri hanno avviato l’operazione “Mangiafuoco”, grazie alla quale hanno scoperto un enorme giro di droga nei Comuni di Piazza Armerina, Aidone, Palagonia, Castel di Iudica, Raddusa e Mirabella Imbaccari, e hanno arrestato 21 persone.

Questa indagine ha permesso di scoprire che l’attività veniva gestita da Salvatore Nicotra, a capo della famiglia Nicotra, il quale, dai domiciliari, organizzava il “lavoro” del fratello Fabio Nicotra, il nipote Giuseppe Mascara ed il cognato di quest’ultimo Andrea commendatore.

Salvatore Nicotra è considerato come un vero e proprio “burattinaio”.

Ma un ruolo determinante in tutta l’attività di spaccio era anche ricoperto da Salvatore Contraffatto, Ambrogio Tagliarino e Gianluca Giuseppe Aguglia .

Le indagini hanno consentito, inoltre, di accertare che il rifornimento della droga avveniva, oltre che a Palermo e a Catania, soprattutto nei vicini Comuni di Raddusa, Castel di Iudica, Palagonia e Mirabella Imbaccari.

In particolare, al rifornimento della droga provvedevano:

  • Vincenzo Ciccia per il Comune di Raddusa;
  • Antonio Risiglione, Salvatore Santamaria, Fiorenzo Vito Risiglione e Rosaria Vitale per il Comune di Castel di Iudica;
  • Gaetano Ardizzone e Vittorio Pirronitto per il Comune di Palagonia;
  • Maurizio Ingalaper il Comune di Mirabella Imbaccari.

Più in dettaglio, l’attività di spaccio, avveniva principalmente dentro alla casa di Salvatore Nicotra e nelle vie vicine, dove gli acquirenti andavano per comprare la droga, che Fabio Nicotra era solito tenere nascosta dentro al proprio garage, ma anche in abitazioni abbandonate utilizzate come deposito occasionale, che si trovano nelle anguste stradine del quartiere Monte di Piazza Armerina.