ENNA – La procura della Repubblica di Enna, diretta dal dottore Palmeri Massimo, ha richiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari la misura cautelare a carico di alcuni catanesi in trasferta ma con una base a Catenanuova (Enna).
Il 7 luglio 2020 un uomo faceva ingresso alla Banca Popolare di Ragusa di Enna Bassa indossando la mascherina protettiva per l’emergenza Covid-19. Forte di non poter essere riconosciuto, il malfattore dopo pochi istanti dal suo ingresso ha sfoderato un taglierino minacciando la cassiera per farsi consegnare il denaro. La cassiera ha spiegato che non aveva disponibilità di contanti in quanto le casse temporizzate non permettevano di prelevare denaro. L’uomo, non contento, si è introdotto negli uffici della banca minacciando i dipendenti e rovistando all’interno di armadi e cassetti per cercare denaro o titoli. Dopo qualche minuto, non avendo avuto la possibilità di ottenere denaro, l’uomo si è allontanato a piedi dalla banca.
Gli uffici della Squadra Mobile di Enna sono poco distanti pertanto l’intervento della Polizia di Stato è stato pressocché immediato ma i soggetti si erano già dileguati.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica dottore Orazio Longo, avevano subito inizio, in particolar modo mediante la ricerca di impianti di videosorveglianza.
Dall’attento esame di tutte le immagini a disposizione, la Sezione Reati Contro il Patrimonio della Squadra Mobile ha ricostruito i momenti precedenti alla rapina e quelli successivi, individuando due autovetture utilizzate dai rapinatori.
Grazie allo studio di tutte le immagini e a un esame in ordine cronologico dei diversi impianti e quindi dei passaggi delle auto utilizzate, è stato possibile individuare i numeri delle targhe dei veicoli, in particolar modo di quello dove il rapinatore è salito a bordo dopo aver tentato di asportare denaro dalla banca.
Le auto non erano intestate ai rapinatori ma ad altri soggetti pertanto la ricostruzione di quanto accaduto prima dell’esecuzione del reato non è stata semplice.
Dopo mesi di lavoro le fonti di prova raccolte dalla Squadra Mobile hanno permesso di identificare i rapinatori. La Procura della Repubblica di Enna ha così potuto valutare quanto esaminato dagli investigatori e richiedere la misura cautelare a carico della banda catanese.
Il giudice per le indagini preliminari, concordando con quanto richiesto dal pubblico ministero, ha quindi disposto che i malfattori venissero catturati per essere sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Dopo le ricerche effettuate in provincia di Catania con l’aiuto della Squadra Mobile etnea e quelle effettuate in provincia di Enna, sono stati assicurati alla giustizia. Muzzio è stato catturato a Catenanuova dove dimora già da tempo, comune che è servito alla banda come base operativa.
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