ENNA – Nelle scorse giornate, i Finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Enna hanno eseguito due provvedimenti di confisca definitiva di beni e denaro, per un valore totale di circa 100 mila euro, in relazione a un reato di truffa aggravata commessa da due imprenditori agricoli al fine di ottenere contributi pubblici destinati al settore agricolo e forniti dall’AG.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura).
Il primo provvedimento di confisca riguarda il titolare di un’azienda agricola e di allevamento animali a Capizzi (ME). L’imprenditore in questione ha stipulato falsi contratti di affitto relativi a terreni agricoli situati nella provincia di Enna, al fine di ottenere indebitamente contributi comunitari erogati dall’Unione Europea.
Le Fiamme Gialle del Gruppo di Enna hanno condannato l’uomo in primo grado per truffa aggravata nel conseguimento di erogazioni pubbliche.
La Corte di Appello ha emesso una condanna di secondo grado, successivamente annullata dalla Suprema Corte di Cassazione a causa della prescrizione.
La Guardia di Finanza ha confiscato cinque terreni agricoli per oltre 40 ettari e somme di denaro depositate in conti bancari, per un valore complessivo di circa 75mila euro, corrispondente all’importo dei contributi indebitamente percepiti.
Nel secondo caso, le autorità hanno denunciato una donna titolare di un’azienda agricola a Troina (EN) dopo un’approfondita indagine che ha rivelato la presentazione di false certificazioni di possesso di terreni all’AG.E.A. al fine di ottenere contributi illeciti finanziati con fondi della politica agricola comune (PAC) dell’Unione Europea.
Il giudice ha condannato anche la donna in primo grado per truffa aggravata nel conseguimento di erogazioni pubbliche.
Il ricorso presentato alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile, confermando così la condanna definitiva e la confisca di un immobile destinato alla produzione del valore di circa 25mila euro, precedentemente sequestrato dalle Fiamme Gialle.
Tutti i beni e le somme di denaro confiscati sono passati definitivamente al patrimonio dello Stato, che potrà destinarli a un utilizzo sociale.
Questo dimostra l’impegno costante della Guardia di Finanza e dell’Autorità giudiziaria nella protezione dell’utilizzo corretto dei finanziamenti pubblici che promuovono la crescita economica e occupazionale del Paese, contrastando coloro che si arricchiscono illecitamente a spese della collettività.
Foto di repertorio
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