Minacce, violenza e pizzo contro imprenditore ennese: FOTO E NOMI dei 6 arrestati

Minacce, violenza e pizzo contro imprenditore ennese: FOTO E NOMI dei 6 arrestati

ENNA – Estorcevano denaro a un imprenditore ennese, amministratore unico della ditta assegnataria di lavori in subappalto per lo scavo e la messa in opera della fibra ottica, nei Comuni di  Noto (SR), Palazzolo Acreide (SR), Augusta (SR), in alcuni vasti quartieri di Catania e, di recente, a Santa Maria di Licodia (CT).

È quanto è emerso dall’operazione antimafia della Polizia di Stato che ha portato all’arresto di sei persone, esponenti della famiglia di Cosa Nostra di Enna, ma anche dei clan catanesi dei “Santapaola-Ercolano” e dei “Cappello-Bonaccorsi”.

Parliamo di:

  • Calogero Giuseppe, Balsamo detto “Pippo Balsamo”, 58enne nato a Catania;
  • Salvatore La Delia, 67enne, nato a Enna;
  • Eduardo Mazza, 46enne, nato a Enna;

  • Antonio Salvatore Medda, 54enne nato ad Enna, residente a Catania;
  • Angelo Tomaselli, 52enne nato a Catania;
  • Antonio Privitelli, 34enne nato a Caltagirone, residente a Nicolosi;

Chiedevano il pizzo, questo sostanzialmente fa la mafia: punta grossi imprenditori e cerca di trarre ricchezza.

È risaputo, inoltre, che “Cosa Nostra” ennese mantenga buoni rapporti con le organizzazioni più influenti dei centri vicini: a Catania i Santapaola-Ercolano e i “Cappello-Bonaccorsi”.

Tutto un gioco di potere e di tornaconto che ha portato io vari clan a mantenere il territorio ennese come “zona cuscinetto” dedita a mantenere buoni rapporti.

Le indagini sono state avviate, dai controlli sull’“uomo d’onore” ennese Salvatore La Delia, già condannato in due precedenti operazioni per mafia chiamate “Leopardo” e “Parafulmine”. Fin da subito sono state registrate chiamate schiaccianti tra Delia, affiliato alla “famiglia” mafiosa di Enna, e l’imprenditore ennese, amministratore unico della ditta assegnataria di lavori in subappalto per lo scavo e la messa in opera della fibra ottica, tra l’altro nei Comuni di  Noto (SR), Palazzolo Acreide (SR), Augusta (SR), in alcuni vasti quartieri di Catania e, da recente, a Santa Maria di Licodia (CT).