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È sotto gli occhi di molti, ma forse non di tutti i siciliani, la vicenda che in questi ultimi mesi ha visto come protagonista Centuripe (piccolo paese dell’ennese che conta poco più di 4600 abitanti, 730 m s.l.m.) e Muglia, zona rurale a 3 km da Catenanuova (EN), in prossimità dell’uscita “Sferro-Gerbini” dell’A19 Catania-Palermo.
La società Oikos (già nota per aver gestito una discarica nei pressi di Motta S. Anastasia, Catania) lo scorso agosto ha presentato al comune di Centuripe un progetto che prevede la realizzazione di una mega-discarica (nei documenti ufficiali “piattaforma di valorizzazione dei rifiuti) nella suddetta zona. Una piattaforma che non rispecchia in molti punti le direttive imposte dalla Regione Siciliana e impiegherebbe una zona di 300 ettari di terreno (circa 500 campi da calcio).
Muglia è, purtroppo, una zona dimenticata persino dai centuripini… molti di loro, soprattutto i più giovani non sanno che all’inizio del XX secolo, a ridosso delle guerre, il territorio in questione ospitava una delle miniere di zolfo più produttive in Sicilia; molti ignorano che persino i francesi erano disposti a lavorarci per guadagnarsi da vivere.
Muglia è anche una zona rurale d’interesse geologico e archeologico d’inestimabile valore che gli stessi centuripini non hanno saputo valorizzare. In questa zona, infatti, si trova il promontorio di Pietraperciata (in foto), un enorme blocco di roccia arenaria alto un centinaio di metri… qualcosa di maestoso, insomma, che rischierebbe di essere perduto nel caso in cui l’amministrazione comunale dovesse (ormai per assurdo), nonostante le numerose proteste da parte del popolo centuripino (e non solo) e il lancio di una raccolta firme, approvare questo progetto. Anche l’associazione Siciliantica, che da più di 20 anni si occupa della valorizzazione del territorio siciliano, si è opposta a questa proposta della società della famiglia Proto. Inevitabile, poiché proprio a Muglia sono stati ritrovati diversi reperti archeologici fra cui due tombe di età imperiale.
Questo territorio rischia di diventare preda di chi vuole, oltre riempire le proprie tasche, portare alla rovina le proprietà agricole e gli allevamenti, i capi di bestiame lì presenti; è un territorio ad altissimo rischio ambientale che, con la costruzione di una discarica come quella, pronta ad accogliere i rifiuti di tutta la Sicilia e di buona parte della Calabria, è destinato con il tempo a scomparire del tutto insieme alla zona circostante, che nel frattempo sarà colpita da gravi piaghe fra la popolazione, a quel punto costretta a emigrare altrove, lasciando il nulla.
In conclusione, Riportando l’appello dei centuripini alle autorità locali, “non valorizzatela, valorizzateci!”, perché la battaglia può anche essersi conclusa, ma nessuno ha voglia di ritirarsi dalla “guerra”.
Giuseppe Russo, Classe V Sez. B.sa. – Liceo scientifico “E. Fermi” di Paternò