ENNA – I comitati cittadini ennesi hanno fatto il punto dopo aver assistito all’ultima Assemblea dei Sindaci: “Vogliamo fare alcune riflessioni. La partecipazione è stata scarsa: solo cinque sindaci presenti fisicamente, gli altri collegati da remoto, nonostante la gravità della situazione. Siamo arrivati al limite del tempo utile per evitare un aumento tariffario del 7% imposto dal gestore, eppure per mesi nessuno ha agito, nonostante la procedura fosse stata avviata già dallo scorso settembre”.
“Guardando il lato positivo, finalmente si è presa coscienza del ruolo dell’Assemblea dei Sindaci e dei limiti della burocrazia dell’ATI. Alcuni sindaci hanno denunciato le irregolarità e annunciato una revisione di contratti e consulenze. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Tuttavia, si è persa un’occasione importante e si è lasciato al gestore il pieno controllo della situazione”.
Aumento delle tariffe
“Possibile che solo ora si scopra che il piano degli interventi può essere rivisto annualmente? Solo ora ci si accorge che le tariffe non devono necessariamente seguire gli interessi del gestore? E chi ha mai verificato come vengono eseguiti questi costosi lavori o quali ditte se ne occupano? Inoltre, come giustamente sottolineava un sindaco, non si comprende perché a investimenti così consistenti non siano seguite riduzioni significative delle tariffe. L’interrogativo solleva diverse perplessità che ci hanno indotto a predisporre un accesso civico gli atti detenuti dall’Assemblea territoriale idrica”.
“Ci preme, inoltre, constatare che le partite pregresse non saranno più in bolletta perché gli utenti hanno interamente pagato il debito mai contratto che ammontava a più di 22millioni di euro! Tante domande, poche risposte. Qualcosa sta cambiando, ma è necessario essere chiari: non si possono accettare toni trionfalistici mentre i cittadini continuano a pagare una delle bollette più care d’Italia. La questione è urgente e non più rinviabile. Serve un controllo reale sul rispetto della convenzione trentennale con Acquaenna, e se le criticità riscontrate lo giustificano, va valutata la rescissione del contratto”, proseguono i comitati cittadini ennesi.
“Non possiamo più permetterci un rapporto opaco, senza verifiche costanti da parte di chi dovrebbe vigilare per conto dei cittadini. È ora che chi di dovere si assuma le proprie responsabilità, invece di restare in silenzio o accettare passivamente aumenti ingiustificati”.
Il ruolo dell’ARERA
“Va chiarito, infine, che L’ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) non impone le tariffe, ma stabilisce esclusivamente il metodo per calcolarle lasciando all’assemblea il compito di determinare il prezzo nel rispetto del metodo di calcolo”.
“La responsabilità di definire concretamente la tariffa spetta all’Assemblea dei Sindaci, che devono inserire i dati corretti nel rispetto del metodo imposto. In altre parole, sono i Sindaci e Acquaenna a determinare quanto i cittadini pagano in bolletta per la tariffa d’ambito”, concludono.