ENNA – Storia, mito e controversie politiche per la salvaguardia della riserva naturale speciale di Pergusa.
La storia e il mito
Il lago di Pergusa è importantissimo anche da un punto di vista storico e letterario, Ovidio nelle sue Metamorfosi racconta il ratto di Proserpina, figlia di Cerere.
Fu rapita da Plutone mentre raccoglieva fiori sulle rive del lago Pergusa ad Enna e trascinata sulla sua biga; divenne la sposa di Plutone e regina degli Inferi.
Ne raccontò il celebre poeta Claudiano, Marco Tullio Cicerone nella sua De natura Deorum, nella Geografia di Strabone.
Pittori ne immortalarono il mito sulle rive lacustri, come Luca Giordano e scultori ci fanno rivivere ancora oggi con intensità ed emozione la scena del ratto, vedi il gruppo scultoreo del Bernini.
Istituita da una legge regionale a Riserva naturale speciale
È pure un’area di estrema rilevanza naturalistica che è stata addirittura confermata da una legge Regionale (legge 71 del 1995) che ha istituto la Riserva naturale speciale affidandola alla provincia regionale di Enna (oggi Libero Consorzio di Enna).
Il lago di Pergusa è privo sia di veri e propri immissari che di un emissario quindi è un salmastro endoreico, di forma ellittica, racchiuso dai monti Erei.
La riserva è ricca di biodiversità, in modo particolare di avifauna, in quanto rappresenta l’unica zona umida di sosta nel cuore della Sicilia per gli uccelli migratori.
È circondato da una fascia di vegetazione tipica delle lagune salmastre, che ospita specie caratterizzate da adattamento a condizioni di alta salinità.
Le pendici dei Monti Erei, che racchiudono il lago, un tempo erano ricoperte dai boschi; oggi sopravvive solo una piccola area di rimboschimento, gestita dall’Azienda Forestale, in cui, accanto alle conifere e agli eucalipti, introdotti dall’uomo, si vanno riaffermando le querce, i lecci, le roverelle.
La Riserva riveste un particolare interesse dal punto di vista ornitologico in quanto area nevralgica nei flussi migratori di molte specie di uccelli.
Deve essere tutelato e salvaguardato dalle istituzioni
Peccato che la riserva naturale speciale non ha un direttore che se ne occupi.
La legge che la istituì non aveva previsto dei fondi specifici ed oggi, con il vuoto politico lasciato dalle ex province, tutte le responsabilità vengono rimbalzate tra Enti.
“L’ultimo monitoraggio risale al 2015, non abbiamo dei dati precisi sullo stato del lago – fa sapere Giuseppe Maria Amato, responsabile aree naturali protette di Legambiente Sicilia – non sappiamo nemmeno quanti centimetri effettivi sia il lago e la ricarica, che dovrebbe fare la Regione, deve essere fatta gradualmente, comprendendo soprattutto in quali condizioni sia la falda sotterranea. Considerate che per riportarne su il livello di un metro ci vuole almeno un anno”.
Ma oltre il danno c’è la beffa, perché in otto anni nessuno ha mai utilizzato il sistema di monitoraggio e quindi non si ha la certezza che funzioni.
Questo potrebbe significare una spesa di centinaia di migliaia di euro per il ripristino.
“Legambiente lo scorso anno – continua Amato – all’interno di un tavolo tecnico con il Libero Consorzio di Enna ha chiesto la pulizia dei canaloni, che sono di fatto l’unico modo che ha il lago per alimentarsi. Non è stato fatto neanche questo“.
Esempio di incuria istituzionale che dura da decenni
Esistono diverse criticità: la rete fognaria, che serve circa duemila residenti, concorre a sottrarre l’acqua che normalmente dovrebbe scivolar via verso il lago.
Non esiste, inoltre, nessuna divisione tra acqua bianche e acque nere, questo di competenza del Comune di Enna che da poco ha avviato un’interlocuzione con Legambiente sotto l’impulso del Consiglio Comunale.
Solo mercoledì 30 agosto, dopo una sollecitazione di Legambiente e un’interrogazione del Partito Democratico con primo firmatario il deputato Fabio Venezia, è stato convocato dalla Regione un tavolo tecnico in seguito al quale l’assessore Pagana in un post social scrive: “Le azioni valutate nelle ultime settimane riguardano principalmente la pulizia dei canali, l’inserimento di Pergusa all’interno di specifici progetti di monitoraggio condotti da Arpa e Autorità di Bacino, interventi sulle specie aliene” .
L’assessore, inoltre, descrive il fenomeno del prosciugamento come “un pratico esempio degli effetti del cambiamento climatico“.
Un tavolo tecnico è già stato riconvocato l’8 settembre dall’Assessore Pagana di cui aspettiamo l’esito.
Ricarica dell’acqua incerta
La ricarica dell’acqua, invece, resta incerta soprattutto per motivazioni tecniche vantate da Siciliacque, ente gestore della Diga Ancipa già utilizzata nel 2000 per questo scopo e unica con un sistema di condotta verso il lago.
“Il gruppo del Partito Democratico si è attivato da subito dando l’allarme e sta già lavorando, con il coinvolgimento del territorio, sul futuro della riserva speciale – dichiara Fabio Venezia – È chiaro che deve cambiare il modello di governance e stiamo anche riflettendo su un nuovo disegno di legge che possa rendere efficace la riserva naturale speciale che a oggi è affidata solo al Libero Consorzio”.