Fec rivendica una percentuale sugli incassi della Cappella Palatina

Fec rivendica una percentuale sugli incassi della Cappella Palatina

PALERMO – Dopo anni di silenzio, si fa vivo il Fec – Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno, che rivendica una percentuale sugli incassi della Cappella Palatina, che lo scorso 3 luglio, durante una cerimonia tenutasi a Bonn, è stata proclamata patrimonio dell’Unesco insieme ad altri otto gioielli d’arte che fanno parte dell’itinerario arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalù.

L’Ente è proprietario del bene che però, per anni, è stato gestito da Palazzo dei Normanni, grazie ad una convenzione con la parrocchia San Pietro Apostolo.

Ora che la convenzione è scaduta si è aperto un contenzioso.

Intanto, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha già contattato l’assessore regionale ai Beni culturali, Antonio Purpura, per stabilire come affrontare insieme la vicenda. La storica basilica si trova all’interno di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, a Palermo.

Ad occuparsi della gestione turistica è la Fondazione Federico II. Proprio lunedì scorso si è svolta sull’argomento una riunione a Roma. “Durante l’incontro il Fec, proprietario della Cappella Palatina – spiega l’avvocato Enrico Sanseverino al Giornale di Sicilia -, ha reclamato la convenzione tra l’Ars ed il Fondo edifici di culto, visto la scadenza con la parrocchia San Pietro Apostolo. Una richiesta che arriva dopo anni di assenza. Tutte le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria e sulla sicurezza sono gravate sempre sull’Ars. Non vogliamo fare la guerra a nessuno però, sicuramente, la convenzione va rivista. Ad esempio, invece, di dare una cifra forfettaria all’anno, metteremo un biglietto che divideremo con il Fec. Le nuove modalità le stabiliremo i primi di settembre, quando ci incontreremo nuovamente a Roma”.