Così la cocaina dalla Calabria arrivava a Catania: ruoli, incontri e carichi di droga – VIDEO

Così la cocaina dalla Calabria arrivava a Catania: ruoli, incontri e carichi di droga – VIDEO

CATANIA – Arrivano i dettagli dell’operazione di oggi a Catania, denominata “Kynara“, il quale provvedimento restrittivo, emesso sulla base di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguite dalla Squadra Mobile – Sezione Antidroga della Questura di Catania, accoglie gli esiti di una complessa ed articolata attività investigativa avviata nel mese di agosto 2020.

L’indagine, supportata da presidi tecnici (intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre a videoregistrazioni), ha consentito di acquisire significativi elementi a carico di un sodalizio criminale dedito al traffico di cocaina sull’asse Calabria-Sicilia.

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Le attività hanno tratto origine dal monitoraggio del corriere calabrese Concetto Paolo Ficara il quale sembrerebbe avere rifornito di stupefacenti alcuni trafficanti catanesi tra i quali Sebastiano Fabio Musumeci, operante nel rione San Cristoforo.

Sin dai primi approfondimenti investigativi sarebbero emerse frequenti e costanti consegne di ingenti quantitativi di cocaina da parte del suddetto corriere calabrese sia in favore di trafficanti catanesi, tra cui il citato Musumeci, che in favore di alcuni acquirenti operanti nelle Province di Siracusa e Palermo.

Operazione “Kynara”

A tal proposito, la mattina del 3 dicembre del 2020, Concetto Paolo Ficara, dopo che avrebbe consegnato una partita di cocaina al catanese Orazio Maugeri, si sarebbe recato a Siracusa per
consegnare un altro carico di stupefacente a Vincenzo Davì il quale veniva poi arrestato poiché trovato in possesso di 3 kg di cocaina appena consegnatigli. Successivamente all’arresto di Vincenzo Davì, il traffico di cocaina sull’asse Reggio Calabria-Catania sembrerebbe essere stato gestito direttamente dal trafficante calabrese Saverio Zoccoli. Infatti, a partire dal gennaio 2021, Zoccoli, avvalendosi dei propri corrieri, tra i quali Giuseppe Celentano, Paolo Nicita nonché del figlio minore, risulterebbe avere fornito settimanalmente, con ingenti quantitativi di cocaina, i distributori catanesi Alberto Bassetta e Giacomo Ravasco quali sembrerebbero essersi poi occupati di rivendere i carichi di droga giunti nel capoluogo etneo, oltre che vari acquirenti catanesi (e tra essi il già menzionato Sebastiano Fabio Musumeci), palermitani e siracusani.

I citati Alberto Bassetta e Giacomo Ravasco (quest’ultimo soggetto già sottoposto a misura cautelare a seguito di arresto in flagranza) sarebbero affiliati al gruppo criminale capeggiato dal pregiudicato Michele Vinciguerra, inteso “u cardunaru”, membro di rango apicale del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, storicamente operante nell’ambito del traffico di sostanze stupefacenti, di cui sono rispettivamente genero e nipote.

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Nel medesimo gruppo criminale, caratterizzato da una precisa ripartizione interna di ruoli tra i membri, sembrerebbero essere stabilmente inseriti, altresì, Giuseppe Condorelli eVito Finocchiaro.

In data 8 aprile 2021, Michele Vinciguerra è stato scarcerato dopo aver scontato un lungo periodo di detenzione a seguito di più condanne anche per associazione di tipo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Non appena tornato in libertà, lo stesso sembrerebbe aver ripreso immediatamente le redini della propria consorteria delinquenziale, che costituisce un’articolazione del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi nel rione San Cristoforo di Catania, dedicandosi verosimilmente al traffico di cocaina e incontrandosi, in più occasioni, col trafficante Saverio Zoccoli, appositamente giunto a Catania dalla Calabria.

I ruoli, gli incontri e i carichi di droga

Le indagini hanno consentito di rilevare la probabile diversificazione dei ruoli rivestiti dai vari appartenenti all’associazione criminale i quali si occupavano delle diverse mansioni necessarie alla conduzione dell’illecita attività: approvvigionamento della sostanza; stoccaggio, confezionamento e distribuzione della stessa; gestione del denaro della “cassa comune” alimentata dagli introiti del traffico di droga e ridistribuzione degli utili tra i vari sodali. È stato documentato l’arrivo dei carichi che giungevano nella città di Catania dalla Calabria e gli incontri con i corrieri per la cessione della sostanza che avvenivano in località prestabilite.

I sequestri di droga e armi

Inoltre, sono state effettuate numerose attività di riscontro con diversi sequestri di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (complessivamente, 41 kg di cocaina e 2 kg di hashish) e di armi (una pistola revolver con matricola abrasa e nr. 41 cartucce cal. 32).

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I destinatari delle anzidette misure cautelari sono stati rintracciati nella mattinata odierna e tradotti in carcere o sottoposti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni ad eccezione di un soggetto, già detenuto per altra causa, nei confronti del quale il provvedimento è stato notificato nel relativo istituto di pena.

Anche il giovane destinatario della misura del collocamento in comunità è stato rintracciato e condotto nella struttura all’uopo individuata.

Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato avallate dal G.I.P. in sede, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto. Per le vaste ed articolate attività dinamiche sul territorio finalizzate al rintraccio e cattura dei destinatari delle misure cautelari emesse, la Squadra Mobile della Questura di Catania si è avvalsa della collaborazione degli omologhi organi investigativi di Reggio Calabria e Siracusa ed è stata coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo agendo sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che ha inviato nel Capoluogo etneo diversi equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine. Non è mancata la partecipazione di ulteriore personale della locale Questura e delle sue articolazioni nonché di unità specializzate come Polizia Scientifica, Reparto Mobile e anche di un elicottero del Reparto Volo.

Nel complesso – per l’operazione di Polizia giudiziaria odierna, convenzionalmente denominata “Kynara” – sono stati impiegati oltre 200 operatori della Polizia di Stato.