PALERMO – Secondo la Procura di Palermo, sette persone sono state condannate per presunta gestione di un giro di farmaci dopanti all’interno di alcune palestre della città e della provincia.
Queste sostanze sarebbero state vendute o addirittura iniettate direttamente a diversi atleti. Si stima che questo business abbia generato circa 300mila euro con l’operazione che è stata condotta dal Nas dei carabinieri il 12 febbraio 2020.
Commercio di farmaci dopanti a Palermo
La sentenza, emessa lo scorso febbraio ma resa nota solo ora, è stata pronunciata dal gup Lirio Conti dopo un processo celebrato con il rito abbreviato.
La condanna più severa, di 2 anni e 8 mesi, è stata inflitta a Filippo Masucci, un bodybuilder e proprietario di un negozio di integratori in via Zappalà, che avrebbe venduto gli anabolizzanti.
Gaspare Aiello, proprietario della palestra “Free Time” di Partinico, è stato condannato a 2 anni (con pena sospesa).
Francesco Di Rosalia, titolare della palestra “Infinity Club” di Cinisi, e Cesare Monte, sono stati condannati a 5 mesi e 10 giorni (con pena sospesa). Monte è accusato di aver procurato le sostanze e di averle somministrate ad alcuni atleti.
Condannati tre atleti
Tre atleti sono stati condannati a 2 mesi e 20 giorni (con pena sospesa). Si tratta di Manuela Fava, che avrebbe assunto le sostanze prima di una gara a Catania nel 2018, diventando campionessa regionale di “bikini fitness over 35”, Giuseppe Riserbato e Prospero Testai. Secondo l’accusa, anche loro avrebbero assunto i farmaci per migliorare le prestazioni durante le competizioni.
Tuttavia, il tribunale del Riesame ha annullato le ordinanze di custodia cautelare per Di Rosalia, Aiello e Masucci. Gli imputati sono stati difesi, tra gli altri, dagli avvocati Giovanni Rizzuti e Pasquale Contorno.
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