Cenere dell’Etna, la disperazione del sindaco di Milo dopo l’ennesima ricaduta di lapilli

Cenere dell’Etna, la disperazione del sindaco di Milo dopo l’ennesima ricaduta di lapilli

MILO –Un disastro, sono avvilito e disperato”. È scoraggiato il sindaco di Milo, Alfio Cosentino, dinanzi al paesaggio lunare che gli riserva la piazza Belvedere, quella amata da Franco Battiato e Lucio Dalla, sommersa da un tappeto alto 5 cm di cenere vulcanica. Circa 7 kg per metro quadrato, caduti nello spazio di due ore, dalle 18 alle 20, dopo il nuovo risveglio dell’Etna e la ripresa dell’attività stromboliana del cratere di sud-est documentata dai bollettini Ingv.

Le parole del primo cittadino

Come sindaco sono pronto anche a gesti eclatanti, se serve andrò dal Prefetto a consegnare la mia fascia tricolore. Questo della cenere dell’Etna, che si ripresenta da ormai sette mesi, è un problema insostenibile sia per noi amministratori che dobbiamo ripulire strade, piazze, il cimitero e i tetti degli edifici pubblici come le scuole, il municipio, sia per i privati che devono pure sostenere spese consistenti che intaccano i risparmi delle famiglie.

Come Comune abbiamo impegnato e ancora non pagato alle ditte private circa 300mila euro, una cifra enorme per un comune di appena mille abitanti. Occorre che la Regione Siciliana, anche tramite la Protezione civile, dia supporto alle comunità e alle amministrazioni. Perché se è vero che non si attiva lo stato di emergenza, riservato solo a terremoti, eruzioni e incendi, nessuno può negare che questo della cenere sia un’urgenza silenziosa, continua. Che crea enormi problemi anche alle produzioni agricole: agrumi, ortofrutta e viticoltura, che a Milo è la principale fonte di economia tanto che nei prossimi giorni abbiamo in programma la 41° ViniMilo, che alla cenere dedicherà anche un convegno, con Unict e Ingv, per studiarne i vantaggi in agricoltura.

Ma adesso siamo in emergenza, occorre intervenire subito, perché da sindaco ho l’impegno civile e morale della salute pubblica e dell’incolumità dei cittadini, e la cenere per le strade provinciali, di competenza della Città Metropolitana, è anche un fattore di rischio per la viabilità. Abbiamo visto tanti proclami ma pochi risultati. Così non si può andare avanti.