CATANIA – Hanno chiuso anche il sito web ufficiale del Calcio Catania. Nell’era dei social, dove per gli altri esisti solo se sei in rete, è l’ultimo stigma a imperitura testimonianza che, per il mondo dello sport, non ci sei più.
Già è trascorsa una settimana dal quel sabato di lacrime e fiele ed è ancora notte fonda al Massimino, buia, fari spenti e con un fioco tentativo ben racchiuso in un tenue bagliore che dovrebbe anticipare una nuova alba. Un sabato che è già mutuato in storia, ignobile, infima e squallida, tre sinonimi che custodiscono il comune sentire di chi ha smarrito una parte di sé, di chi ha salutato con sinceri pianti uomini veri in mezzo a tanti “ominicchi”, di chi ha giurato: mai più. Bene, questo è già diventato “ieri”, il domani è ancora un guazzabuglio non semplice da dirimere.
Nessun ritorno al passato, e su questo, almeno fino adesso, c’è piena concordia, ma non è che il futuro ci stia offrendo infinite, variegate, soluzioni…
In attesa, numerose sono le proposte/iniziative, anche concrete, che si sono accavallate in questi primi sette giorni vissuti, calcisticamente, tra il nulla e la speranza, tra il dolore e la voglia di ripartire, tra promesse di far presto e la palpabile attesa che così fosse.
Pertanto, N.O.I.F. permettendo, con le sue rigide norme quando sono gli altri a subirle, e riscrivibili al bisogno anche nel giro di un quarto d’ora (vedi mancata promozione in B) quando occorre evitare di subirle, Comune di Catania, con il Sindaco in stand by e il suo facente funzioni, consentendo, con le proposte a macchia di leopardo da parte dei tifosi/società civile in attesa di essere vagliate, si aspetta la risposta della Federazione per ottenere la possibilità d’iscrizione al campionato di serie D.
“Una volta ottenuto il via libera dalla Figc, auspichiamo in tempi rapidissimi, promuoveremo una procedura comparativa per scegliere il soggetto che presenti le migliori credenziali, che per quanto ci riguarda, saranno ancora più stringenti sotto il profilo etico e progettuale, di quanto stabilito dalle norme federali”.
Questo è quanto ha dichiarato il sindaco facente funzioni a cui incontenibile è il desiderio di replicare: trovatelo che si ricomincia prima di subito!
Infatti, non nascondendoci dietro l’unghia del dito mignolo, sembra chiaro a tutti che, gira e rigira, ci ritroviamo a gestire sempre l’eterno problema: quale sarà, se mai ci sarà, l’identikit del nuovo, potenziale, proprietario?
Deciso all’unanimità di recidere tutti i cordoni ombelicali con i padri putativi, ma che non vogliono riconoscere i propri errori, di questa Waterloo in veste rossazzurra, bisogna anche sottoporsi alle (giuste) forche caudine della correttezza morale e della dimostrazione di un discreto potenziale economico: fuor da ogni ragionevole pessimismo non si sa, di questi tempi, quale sia più difficile trovare dei due… e che siano entrambi presenti, nel medesimo imprenditore, diventa quasi una impresa disperata, se mai questa mosca bianca fosse, a sua volta, disposto a investire nel calcio. A conferma di ciò, non dimentichiamo il vuoto assoluto delle due aste precedenti, con un Mancini che non fa storia perché non merita nemmeno il consumo di un byte per il suo (non) operato.
Lecito dubbio: chi dovrebbe rilevare il nostro Catania e ripartire dalle ceneri ancora fumanti? Sì, perché qui temiamo davvero che il tanto prospettato assalto alla diligenza chiamata serie D non sembrerebbe più così certo, o almeno come si pensava che fosse.
E se dopo averlo giurato a Baldini & Co che nessuno si sarebbe più permesso di giocare con i nostri sentimenti, siamo davvero convinti di non accettare alcun déjà-vu? Siamo davvero diventati tutti così maturi? Cosa siamo disposti a cedere per non…cedere alle potenziali lusinghe di un pronto riscatto?
Perché se la storia è maestra di vita, il timore palpabile è che mancheranno studenti pronti ad imparare e mettere in essere la sua lezione.
Nel frattempo, mentre a Foggia i tifosi decidono chi può e chi non può battere un rigore (scusateci la deriva polemica), noi proviamo a riempire le domeniche pomeriggio con nostalgici ricordi: troppo poco.
Per ultimo, ma proprio perché più importanti, l’asse del dolore si sposta di 180° gradi puntando l’attenzione all’indotto, numeroso, magmatico, professionale, dell’ex società Calcio Catania, lavoratori silenti nella disperazione, nella dignità oltraggiata, ancor di più nello sconforto infinito ma ben contenuto.
Scatoloni sempre più pieni per stanze sempre più vuote per un tutti a casa ma a testa alta e con il morale giù, giù, fin al centro della Terra. Sono quelli che reggevano tutto l’apparato permettendo, ad altri, iridescenti passarelle, “gli invisibili” da sabato lo sono diventati davvero, il nostro pensiero, e se potessimo anche di più, va prima a questi lavoratori/padri di famiglia. Sarà davvero per loro una Pasqua di speranza per una pronta resurrezione, quest’anno ne avranno un bisogno maggiore, lavoratori a cui auguriamo il meglio in proporzione a ciò che hanno fatto, e che ricomincerebbe a fare, per i nostri colori. La fuga non è nelle loro corde, evitiamo almeno in questo di mischiarli con altri.
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