CATANIA – Il Catania pareggia a Vibo Valentia e salva parzialmente la faccia da una clamorosa sconfitta. Contro la Vibonese finisce 1-1 e grazie alla rete di Maks Barisic a dieci minuti dal termine della gara i rossazzurri inanellano il secondo risultato utile consecutivo.
Senza Bergamelli e Pozzebon, Pulvirenti punta sul ritorno di Marchese e Tavares da titolare. Il primo è autore di una partita quasi sufficiente, data la sua esperienza ci si aspetta molto di più; il secondo è inguardabile, pessima partita dove mancano coordinazione, stacchi di testa, freddezza. Tutto quello che dovrebbe avere un centravanti, di sicuro l’ex Messina ieri non lo ha nemmeno visto con il binocolo. Non deludono invece Di Grazia e Russotto (subentrato), che sono gli unici che riescono a creare qualcosa in attacco e hanno la caratteristica di saltare l’uomo mettendo in difficoltà gli avversari. Bene anche Barisic, tenuto fuori dopo la gara di Melfi ma già decisivo più volte: una chance dovrebbe averle, magari inserito in un tridente leggero che non sarebbe male.
La partita è brutta fin dall’inizio: non è solo il Catania a giocare in maniera opaca, anche la Vibonese tentenna. Ma, la prima occasione è dei padroni di casa che si svegliano con la traversa colpita da Moi e dalla carica che trasmette Viola, uomo di punta della squadra. Gli etnei, in maglia da trasferta per l’occasione, non attaccano la porta avversaria difesa da Russo: soltanto al 24′ si giunge ad una conclusione debole di Di Grazia. È una gara equilibrata, dove non predomina nessuno. Questo già lascia perplessi. Al termine del primo tempo, però, una tegola importante cade sulla testa di Pulvirenti: Marco Biagianti va KO ed è costretto ad uscire, al suo posto Di Cecco che rientra in campo ma uscirà successivamente nella ripresa per infortunio.
Il copione del primo tempo è leggermente diverso dal secondo: la Vibonese mostra qualcosa in più, è più presente nella metà campo del Catania, che nei minuti iniziali ha una buona occasione con Tavares. Il portoghese però mostra i suoi limiti in merito a coordinazione e lucidità e spara addosso a Russo. Fino a quando il goal poi non arriva, con una deviazione fortuita, su calcio d’angolo con il tiro da fuori di Viola. Pisseri ritorna a prendere goal dopo più di una partita e mezzo e i fantasmi tornano ad aleggiare nella testa dei calciatori.
A quel punto, che si fa? I rossazzurri non avevano mai alzato il ritmo in tutta la partita, lo spettro delle cinque sconfitte consecutive si fa sentire e non c’è una reazione in prima battuta. Fortunatamente per il Catania, Pulvirenti sceglie di inserire Russotto e Barisic: loro sono i timonieri del pareggio. L’azione del goal dell’1-1 è infatti tutta loro, anche se l’imbucata del numero 10 era per Tavares. Menomale che Barisic con rabbia l’ha messa dentro, altrimenti non sapremo mai se il Catania quella partita l’avrebbe pareggiata. Sicuramente non con lo stop del centravanti rossazzurro in quell’occasione. Gli ultimi dieci minuti poi sono caratterizzati da un’accettabile reazione d’orgoglio a cui non è possibile criticare nulla, forse soltanto il fatto che quei giri d’orologio sarebbero dovuti arrivare prima. Magari quando ancora si era sullo 0-0, non aspettare quasi che piombasse un miracolo dal cielo.
Alla fine della fiera, è un punto “guadagnato” (?) e non due persi visto come si era messa la gara. Questo concetto è stato spesso ripetuto e non è certo positivo, tutt’altro. Da rimproverare un atteggiamento rinunciatario, troppo poco per quello che ci si aspettava: la vittoria sul Francavilla ha sicuramente dato una carica in più nel finale. Serve andare avanti, con un passo più deciso. Con gli uomini giusti, anche se il Catania questi non li avrà mai al completo: la difesa è in emergenza, il centrocampo senza Biagianti sarà da ridisegnare, il rebus attacco è da risolvere per questi ultimi match. Il credo dev’essere quello di far giocare chi lo merita.
Equilibrio precario e “sopravvivenza”: due parole che rispecchiano l’attuale Catania, a cui probabilmente questo pareggio darà fiducia per la prossima partita. Prepararla dopo un pari è sicuramente meglio che dopo l’ennesima sconfitta. Dispiace rincarare la dose in queste condizioni mentali ma c’è bisogno di un colpo di reni chiaro, da squadra con grandi motivazioni.
Non ci siamo ancora, anche perché attualmente gli etnei sono fuori dai play-off, a -2 da Paganese, Andria e Casertana: tutto si deciderà proprio a Caserta, all’ultima giornata. Adesso il Cosenza in casa, sfida da vincere.
Questa partita intanto, “s’ammogghia“, con rammarico e rabbia, perché forse è meglio così: i tifosi non sono contenti e questa non è una novità, soltanto il tempo darà le risposte. Soltanto il Catania potrà mostrare sul campo che vale un posto per i play-off e che potrà rialzarsi. Se ne ha le caratteristiche giuste.
Parzialmente salvata la faccia, infermeria piena e breve reazione: Catania, “ammugghiamula”!
CATANIA – Il Catania pareggia a Vibo Valentia e salva parzialmente la faccia da una clamorosa sconfitta. Contro la Vibonese finisce 1-1 e grazie alla rete di Maks Barisic a dieci minuti dal termine della gara i rossazzurri inanellano il secondo risultato utile consecutivo.
Senza Bergamelli e Pozzebon, Pulvirenti punta sul ritorno di Marchese e Tavares da titolare. Il primo è autore di una partita quasi sufficiente, data la sua esperienza ci si aspetta molto di più; il secondo è inguardabile, pessima partita dove mancano coordinazione, stacchi di testa, freddezza. Tutto quello che dovrebbe avere un centravanti, di sicuro l’ex Messina ieri non lo ha nemmeno visto con il binocolo. Non deludono invece Di Grazia e Russotto (subentrato), che sono gli unici che riescono a creare qualcosa in attacco e hanno la caratteristica di saltare l’uomo mettendo in difficoltà gli avversari. Bene anche Barisic, tenuto fuori dopo la gara di Melfi ma già decisivo più volte: una chance dovrebbe averle, magari inserito in un tridente leggero che non sarebbe male.
La partita è brutta fin dall’inizio: non è solo il Catania a giocare in maniera opaca, anche la Vibonese tentenna. Ma, la prima occasione è dei padroni di casa che si svegliano con la traversa colpita da Moi e dalla carica che trasmette Viola, uomo di punta della squadra. Gli etnei, in maglia da trasferta per l’occasione, non attaccano la porta avversaria difesa da Russo: soltanto al 24′ si giunge ad una conclusione debole di Di Grazia. È una gara equilibrata, dove non predomina nessuno. Questo già lascia perplessi. Al termine del primo tempo, però, una tegola importante cade sulla testa di Pulvirenti: Marco Biagianti va KO ed è costretto ad uscire, al suo posto Di Cecco che rientra in campo ma uscirà successivamente nella ripresa per infortunio.
Il copione del primo tempo è leggermente diverso dal secondo: la Vibonese mostra qualcosa in più, è più presente nella metà campo del Catania, che nei minuti iniziali ha una buona occasione con Tavares. Il portoghese però mostra i suoi limiti in merito a coordinazione e lucidità e spara addosso a Russo. Fino a quando il goal poi non arriva, con una deviazione fortuita, su calcio d’angolo con il tiro da fuori di Viola. Pisseri ritorna a prendere goal dopo più di una partita e mezzo e i fantasmi tornano ad aleggiare nella testa dei calciatori.
A quel punto, che si fa? I rossazzurri non avevano mai alzato il ritmo in tutta la partita, lo spettro delle cinque sconfitte consecutive si fa sentire e non c’è una reazione in prima battuta. Fortunatamente per il Catania, Pulvirenti sceglie di inserire Russotto e Barisic: loro sono i timonieri del pareggio. L’azione del goal dell’1-1 è infatti tutta loro, anche se l’imbucata del numero 10 era per Tavares. Menomale che Barisic con rabbia l’ha messa dentro, altrimenti non sapremo mai se il Catania quella partita l’avrebbe pareggiata. Sicuramente non con lo stop del centravanti rossazzurro in quell’occasione. Gli ultimi dieci minuti poi sono caratterizzati da un’accettabile reazione d’orgoglio a cui non è possibile criticare nulla, forse soltanto il fatto che quei giri d’orologio sarebbero dovuti arrivare prima. Magari quando ancora si era sullo 0-0, non aspettare quasi che piombasse un miracolo dal cielo.
Alla fine della fiera, è un punto “guadagnato” (?) e non due persi visto come si era messa la gara. Questo concetto è stato spesso ripetuto e non è certo positivo, tutt’altro. Da rimproverare un atteggiamento rinunciatario, troppo poco per quello che ci si aspettava: la vittoria sul Francavilla ha sicuramente dato una carica in più nel finale. Serve andare avanti, con un passo più deciso. Con gli uomini giusti, anche se il Catania questi non li avrà mai al completo: la difesa è in emergenza, il centrocampo senza Biagianti sarà da ridisegnare, il rebus attacco è da risolvere per questi ultimi match. Il credo dev’essere quello di far giocare chi lo merita.
Equilibrio precario e “sopravvivenza”: due parole che rispecchiano l’attuale Catania, a cui probabilmente questo pareggio darà fiducia per la prossima partita. Prepararla dopo un pari è sicuramente meglio che dopo l’ennesima sconfitta. Dispiace rincarare la dose in queste condizioni mentali ma c’è bisogno di un colpo di reni chiaro, da squadra con grandi motivazioni.
Non ci siamo ancora, anche perché attualmente gli etnei sono fuori dai play-off, a -2 da Paganese, Andria e Casertana: tutto si deciderà proprio a Caserta, all’ultima giornata. Adesso il Cosenza in casa, sfida da vincere.
Questa partita intanto, “s’ammogghia“, con rammarico e rabbia, perché forse è meglio così: i tifosi non sono contenti e questa non è una novità, soltanto il tempo darà le risposte. Soltanto il Catania potrà mostrare sul campo che vale un posto per i play-off e che potrà rialzarsi. Se ne ha le caratteristiche giuste.