CATANIA – Continuano gli aggiornamenti sull’episodio di Padova che ha macchiato inevitabilmente la storia del calcio catanese e siciliano. Andiamo dunque a fare un punto della situazione in casa Catania e a capire cosa cambierà in vista del ritorno al Massimino.
Gli arresti e la tentata fuga degli ultras
Sono cinque finora gli ultras rossoazzurri arrestati dopo i disordini nel break di Padova-Catania, tre di loro, due 40enni ed un 41enne gravati a vario titolo da associazione mafiosa, rapina, stupefacenti, reati da stadio, reati contro la persona e contro il patrimonio, e già destinatari di provvedimenti di Daspo.
Il quarto tifoso è stato fermato questa mattina, impedendogli di prendere un volo per Edimburgo in partenza dall’Aeroporto di Milano Linate.
Il quinto supporter, un 45enne pluripregiudicato, è stato arrestato a Catania non appena sceso dall’aereo di rientro. L’uomo è responsabile del reato di resistenza aggravata, di scavalcamento ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive.
Non si è trattato di uno sfondamento
In una conferenza stampa indetta dalla Questura – a cui erano presenti anche il sindaco di Padova, Sergio Giordani e il presidente Francesco Peghin, accompagnato dall’amministratrice delegata del Calcio Padova, Alessandra Bianchi – è stato escluso lo sfondamento dei cancelli da parte degli ultras che avrebbero invece aperto il cancello scavalcando.
Ecco le dichiarazioni del Questore Marco Odorisio che ha spiegato la situazione: “Un tifoso ha scavalcato e ha aperto il cancello permettendo a una sessantina di ultras di invadere il campo. Non c’è stato nessuno sfondamento. Il nostro intervento è stato immediato ma ricordiamo che le forze dell’ordine non possono stare dentro lo stadio, oramai da molto tempo“.
E continua: “È davvero ingeneroso scrivere, come ha fatto qualcuno, che l’intervento è stato tardivo. Al contrario l’intervento pronto ha fatto sì che gli ultras rientrassero nel loro settore. Tre arresti sono stati immediati. altri due sono stati effettuati oggi. Uno di questi era già imbarcato su un aereo diretto ad Edimburgo. Nella curva nord c’erano 1.900 tifosi del Catania di cui 400 erano ultras. Tra questi c’erano persone che avevano già precedenti specifici e qualcuno era già stato daspato in passato“.
La nota dell’assessore allo Sport Sergio Parisi
Anche l’assessore allo Sport, Sergio Parisi ha detto la sua sugli incidenti di Padova che: “Gettano un’ombra negativa sulla grande dimostrazione di affetto da parte dei tifosi rossazzurri, arrivati a Padova da ogni parte del nord Italia e dalla Sicilia“.
Parisi ha poi continuato così nella nota: “Il comportamento di pochi rischia di vanificare l’effetto positivo della prima finale importante nella storia di Catania calcistica e comporta un grave danno di immagine per tutta la Città“.
E spiega ancora: “Esprimiamo forte disappunto per il comportamento di questa parte marginale della tifoseria etnea e ribadiamo massima vicinanza e solidarietà alle forze dell’ordine; al contempo, sosteniamo lo sforzo che l’attuale proprietà del Catania ha compiuto per fare ripartire il calcio e che non può essere vanificato da comportamenti delinquenziali“.
L’Assessore ha infine concluso: “I responsabili vanno puniti, come stabiliscono le norme, senza che questo mortifichi, tuttavia, la passione sportiva e il grande affetto della stragrande maggioranza dei sostenitori rossazzurri, protagonisti in positivo riempiendo sempre gli spalti, seppure con risultati non sempre all’altezza delle aspettative”.
La telefonata di Trantino al sindaco di Padova
Il primo cittadino catanese oggi con una telefonata ha espresso il suo più sentito rincrescimento e manifestato la solidarietà della città etnea per le gravi intemperanze registratesi ieri sera. Il sindaco ha condannato gli atti di “teppismo” e violenza che hanno colpito anche le forze dell’ordine in servizio per tutelare l’ordine pubblico.
Trantino ha confermato stima e amicizia nei confronti della città di Padova e ribadito che questi gesti vanno considerati dei fatti isolati a opera di estranei al buon senso e ai valori della convivenza civile.
Il sindaco di Padova Sergio Giordani, dal canto suo ringraziando Enrico Trantino per la telefonata, ha sottolineato che fatti simili sono inaccettabili esprimendo la massima solidarietà agli agenti feriti e ringraziandoli per il lavoro svolto, che ha evitato conseguenze peggiori.
Il ritorno a porte chiuse?
Dopo la follia sugli spalti dell’Euganeo resta ora da capire cosa rischia il club rossoazzurro e se verrà vietato l’ingresso ai tifosi per la gara di ritorno in campo etneo. Le istituzioni sportive avrebbero valutato come grave il gesto degli ultras catanesi, ma sarà il Giudice Sportivo a decretare la conferma assoluta che potrebbe indebolire e non poco il morale dei giocatori rossoazzurri, privati del loro caloroso tifo.
D’altra parte neanche gli avversari sperano in un finale a porte chiuse, come ha dichiarato il presidente del Padova, Francesco Peghin: “Mi auguro si possa assistere allo spettacolo e che non si giochi a porte chiuse, sugli spalti prima c’era un bel clima”.