CATANIA – “Lo sport dovrebbe unire, non dividere”, “Non sarebbe una scelta umana e coerente”. Questi i pensieri degli studenti di Catania in merito alla non sospensione di Israele dalle competizioni FIFA. Ma facciamo un passo indietro, cosa è successo?
Polemiche sulla non-sospensione di Israele
È l’8 settembre 2025 quando la Nazionale Italiana di calcio gioca contro Israele una partita chiave per la Qualificazione ai mondiali. Si corre in campo neutro ma gli umori sono decisamente schierati. Alle porte di Coverciano sventolano proteste, bandiere palestinesi.
Passa un mese esatto da quei 90 minuti ma il genocidio è ancora fermo ai supplementari e nessun “arbitro” sembra essere disposto a fischiare tre volte, preferendo ammonire invece chi vorrebbe la fine. Tra 8 giorni si tornerà in campo, ad Udine questa volta, per il ritorno proprio tra le due formazioni. Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha chiesto il rinvio della partita, soluzione improponibile per la fiscale FIFA perché come spiegato dal presidente dell’organo Infantino: “La Fifa non può risolvere i problemi geopolitici, ma può e deve promuovere il calcio in tutto il mondo sfruttandone i valori unificanti, educativi, culturali e umanitari”.
E allora sembra che lo sport, il calcio, non sia politica, come se esistesse in natura una materia priva di questo elemento: impossibile. Ma se “il calcio non è politica” perché di pallone non si parla proprio? E se allora non c’è, perché alla Figc preoccupano gli spalti semi-deserti e sta cercando di invogliare scuole e studenti? Non chiedetelo ad Infantino e Ceferin perché, come detto da loro, l’esclusione “è più una pressione della società civile che dei politici. E i politici sono molto pragmatici”.
Per la Russia allora? “Con la situazione in Russia e Ucraina, c’era una pressione politica molto forte”. Insomma la decisione è avvenuta su base di criteri decisionali di organi che con il calcio hanno poco a che fare e se Israele gioca e la Russia no, è solo, ripetiamolo, per politica.
Esclusi colpi di scena, il prossimo 14 ottobre al Bluenergy Stadium, Italia-Israele si svolgerà regolarmente. Una partita “da simulazione”, senza pathos, senza tifo, senza calcio. Agli Azzurri resta solo che vincere per 3 punti necessari verso la World Cup 2026. La partita del genocidio è però ancora in corso, ricordiamolo.
L’opinione degli studenti
Su questa nube di proteste abbiamo voluto chiedere pareri, opinioni agli studenti di UniCt.
Ecco qui la video intervista: