CATANIA – Il primo pensiero, forse l’unico o certamente quello più intenso, è stato per Giuseppe La Delfa. Al fischio finale, tutti hanno pensato prima a lui e un istante dopo allo scudetto vinto dall’Ekipe Orizzonte per la ventiquattresima volta nella sua storia, e quinta consecutiva, in una stagione durissima soprattutto dal punto di vista emotivo.
Un pensiero malinconico, amaro e dolce allo stesso tempo, portato dentro da mesi da tutto il gruppo che stasera ha sollevato con commozione la coppa del tricolore nel ricordo di chi per trent’anni ha costruito la leggenda gloriosa della società italiana di pallanuoto femminile più vincente di tutti i tempi e tra le più grandi al mondo.
Di sicuro non basterà questo per racchiudere le emozioni, difficili da descrivere a parole e in poche righe, che hanno accompagnato il nuovo successo della formazione catanese, spinta stasera dal solito grande pubblico della piscina di Nesima verso la vittoria per 14-12 contro il Plebiscito Padova, in Gara 3 della finale scudetto.
Una match duro, affrontato con determinazione dalle giocatrici rossazzurre, sostenute in panchina dalla grinta di Martina Miceli, affiancata come sempre da Renato Caruso e con il presidente Tania Di Mario ancora una volta pronta a sacrificarsi e a tuffarsi in acqua per stare ancor più vicina alle sue ragazze.
Una sfida cominciata nel segno di una vera e propria partita a scacchi nel primo tempo, concluso dalle due squadre sul 4-4, e continuata con lo sprint dell’Orizzonte nel secondo parziale, vinto 5-3 dalle padrone di casa. Terza frazione ancora a favore delle etnee, stavolta per 3-2, che ha reso vano lo score del quarto tempo, conquistato dalle ospiti con lo stesso punteggio.
Claudia Marletta, eletta miglior giocatrice dell’incontro, è stata anche la top scorer della partita con 4 gol. Tre reti per Dafne Bettini, due per Chiara Tabani e Giulia Viacava. A segno una volta a testa anche Valeria Palmieri, Gaia Gagliardi e Aurora Longo.
A margine dei festeggiamenti, il presidente dell’Ekipe Orizzonte ha subito rivolto il pensiero a Giuseppe La Delfa, esprimendo ciò che ha caratterizzato soprattutto l’ultimo periodo: «Nell’anno che probabilmente è stato in assoluto il più brutto e doloroso della mia vita – ha detto Tania Di Mario – e in cui ho perso quello che era mio fratello e il mio mentore, dovevamo vincere una cosa importante perché sentivamo la necessità di dedicargliela. Sicuramente questo pensiero è stato quello che ci ha portato fino a qui, nonostante tutto e tutti».
«Grande commozione anche per il coach delle catanesi, che ha anche fatto una lunga analisi della stagione appena conclusa: «È stato un anno molto difficile – ha detto Martina Miceli – per tutto quello che ci è successo. Lo è stato ancor di più perché abbiamo affrontato un avversario duro da battere, cioè sempre e soltanto noi stesse, anche in queste finali scudetto. Ogni volta che ci è capitato di inciampare è successo proprio perché abbiamo giocato contro noi stesse. Devo dire che in alcuni momenti ho anche pensato di alzare bandiera bianca, però Renato e Tania sono stati molto più che dei collaboratori, perché ci hanno pensato loro a tirare la baracca. Tania è stata incredibile, è stata presidente, dirigente, team manager, motivatrice, mental coach, compagna di squadra. E oggi ha pure messo la ciliegina sulla torta con quel passaggio che solo lei poteva fare. Probabilmente la mia bravura o la mia fortuna è stata quella, anche quest’anno, di scegliere dei collaboratori più bravi di me. Sono contenta per le ragazze, perché a un certo punto ci siamo guardate e ci siamo dette che forse era il caso di andare a vincere questo scudetto. Non è stato assolutamente facile, anzi forse rispetto agli ultimi questo è stato davvero quello più difficile da conquistare. In queste partite è mancata Bronte Halligan, ma naturalmente ci teniamo a sottolineare che anche questo scudetto porta pure la sua firma. Come sempre voglio ringraziare la grande famiglia di Ekipe, che ci sostiene e non ci fa mai mancare nulla, permettendoci di continuare a coltivare i nostri sogni e i nostri obiettivi. Forse proprio il fatto di aver vinto tanto quest’anno è stato difficile da gestire. Raramente ormai rilascio delle dichiarazioni, soprattutto in tv, perché preferisco parlare poco e dedicare tutte le mie energie alle nostre ragazze. Ho sentito però tante stupidaggini in giro, qualcuno ha pure gioito della nostra eliminazione in coppa. C’è chi addirittura ci ha costruito sopra una stagione, ma alla fine va bene così, anche se io sinceramente non guardo a casa degli altri, anzi quando conquistano dei risultati importanti gioisco per loro e per la pallanuoto italiana in generale».
La cosa che però non mi è piaciuta affatto l’ho notata sui social, dato che ormai purtroppo si vive su questi canali, e a un certo punto ho preferito smettere di guardarli. Questo perché, al di là della grande famiglia di Ekipe e di coloro che ci vogliono bene e ci sono stati sempre vicino, in determinati momenti ci è mancato il sostegno di alcuni che si definiscono nostri sostenitori. Mi è dispiaciuto aver visto delle critiche molto pesanti su qualunque cosa, dalle scelte societarie alle nostre straniere. Magari molti di questi oggi erano pure qui a tifare e a dirci che siamo state brave. Credo che proprio nei momenti più difficili anche queste persone avrebbero dovuto starci vicino. Dall’esterno non si dovrebbe mai giudicare ciò che non si conosce, senza sapere cosa si è passato e si sta passando. Non solo per Giuseppe, ma anche per altre cose importanti e certamente non belle vissute a livello privato. In alcuni momenti c’è stata davvero la sensazione di essere attaccate proprio da parte di alcuni dei nostri tifosi, che ci hanno pure offese dicendo che non eravamo più delle vincenti. È in quei momenti invece che ci sarebbe bastato giusto un po’ di sostegno in più. Tutto ciò è il rovescio della medaglia di quel che accade quando si vince tanto, perché poi abitui a vincere anche chi ti segue, e anche questo è stato per me molto difficile da gestire».
Nel corso dei festeggiamenti, parola anche al capitano dell’Ekipe Orizzonte, che ha manifestato le emozioni della sua squadra al cospetto di un impianto straripante di gente di fede rossazzurra: «Catania risponde sempre alla grande – ha sottolineato Valeria Palmieri – e giocare in una piscina così piena e stracolma come oggi è bellissimo. Ringrazio di cuore chi ci è stato vicino, dai tifosi alle nostre famiglie, e chi è venuto oggi a sostenerci. L’Orizzonte ha fatto e speriamo continui a fare la storia».
A farle da eco la numero 8 dell’Ekipe Orizzonte, emozionatissima dopo il fischio finale: “Siamo state bravissime – ha detto Claudia Marletta – e certamente anche oggi il pubblico ci ha dato la forza e la grinta di cui avevamo bisogno. Il Padova ha fatto un lavoro bellissimo, ho fatto loro i complimenti perché hanno saputo lottare. Andremo a festeggiare perché abbiamo passato un anno duro, ma non abbiamo mai mollato. Siamo davvero felici di poter dedicare questo scudetto a Giuseppe La Delfa”.
IL TABELLINO DEL MATCH:
EKIPE ORIZZONTE-CS PLEBISCITO PADOVA 14-12
Parziali 4-4, 5-3, 3-2, 2-3
EKIPE ORIZZONTE: L. Celona, C. Tabani 2, T. Di Mario, G. Viacava 2, V. Gant, D. Bettini 3, V. Palmieri 1, C. Marletta 4 (1 rig.), G. Gagliardi 1, M. Borisova, A. Longo 1, M. Leone, A. Condorelli, T. Lombardo. All. Miceli
CS PLEBISCITO PADOVA: L. Teani, E. Bacelle 1, B. Cassara’ 1, M. Schaap 2, E. Queirolo 2, A. Casson 1, A. Millo 2, A. Yaacobi 1, Y. Al Masri, C. Meggiato 2, V. Sgro’, A. Grigolon, E. Pozzani, F. Bozzolan. All. Posterivo
Arbitri: D. Bianco e Ricciotti
Note: Espulsa Teani (P) per proteste nel quarto tempo. Uscita per limite di falli Meggiato (P) nel quarto tempo. Superiorità numeriche: Catania 8/13 + 2 rigori e Padova 5/11. Teani (P) para un rigore a Marletta a 2’42” del primo tempo. Spettatori: 700 circa.
Foto di Maria Angela Cinardo