CATANIA – In fondo, forse, è giusto così.
Il Catania esce dai playoff dopo esserci entrato da undicesima in classifica, grazie al posto liberato dal Matera in seguito al successo in Coppa Italia di Lega, e aver perso contro uno degli avversari più complicati da affrontare, la Juve Stabia. Il pareggio qualifica gli stabiesi, solo la vittoria avrebbe dato l’accesso al secondo turno agli etnei.
Il match termina 0-0 e lascia l’amaro in bocca ad alcuni, accentua la rabbia in altri, delude tutto il resto. La prova dei singoli, come Manneh, De Rossi, Gil, Marchese, è positiva: quella del collettivo, invece, è anonima. Il Catania, fondamentalmente, ha tirato una sola volta in porta con Djordjevic nella ripresa. Per il resto, le occasioni sono state soltanto ‘potenziali’, senza concretizzarle. Pozzebon ha deluso le aspettative, poco partecipe al gioco della squadra e colpevole di non aver dato la necessaria profondità per creare qualcosa in avanti. Poi è mancato l’apporto di Di Grazia, costretto ad uscire al posto di De Rossi. La sua sostituzione è stata obbligata, vista l’espulsione di Parisi.
PERCHÉ AMARO – Quando ci si siede a tavola e si termina il pranzo o la cena, è consono prendere un bicchierino d’Amaro di Sicilia per digerire. No, non è quello l’amaro di cui stiamo parlando: è un bicchierino troppo indigesto quello che viene bevuto al termine della gara di Castellammare di Stabia. Amaro per come si era messa la partita, che ha visto il Catania tenere bene il campo per 70′ con l’uomo in meno; Amaro perché se i rossazzurri avessero avuto il calcio di rigore, la partita avrebbe potuto prendere una strada diversa. Amaro perché se da un lato questa scelta arbitrale è stata sfavorevole, dall’altro non si può dar torto per il doppio giallo sventolato a Parisi, in difficoltà nell’uno contro uno con Lisi. Amaro per la prestazione che sa di un “esserci stati ma non abbastanza“, senza quel pizzico di cattiveria utile a colpire l’avversario. Tanto amaro perché a prescindere di come fossero stati raggiunti questi playoff, il Catania era lì e aveva la sua occasione. E i tifosi non c’erano, stavolta non per scelta loro. Questo è più che amaro, visto che tutte le tifoserie delle altre 23 squadre erano presenti. Amaro, perché al triplice fischio l’ottimismo di alcuni si è trasformato in tristezza; perché il pessimismo di altri è diventato realtà e perché il realismo dei rimanenti si è tramutato in rabbia.
NUMERI – Il Catania chiude la sua stagione con un pareggio a reti bianche ed in trasferta, sia per quanto riguarda la regular che per il post season. L’ultima rete dei rossazzurri è di Gil, il momentaneo 3-0 sul Siracusa. Nel complesso, il Catania vince 14 partite, ne pareggia e perde 12: 54 punti sul campo, 47 per via dei 7 punti di penalizzazione. Sono 40 le reti messe a segno dagli etnei, 36 quelle subite: undicesimo attacco del torneo, terza miglior difesa. I punti i rossazzurri li hanno costruiti in casa: dei 54 punti totali, soltanto 15 sono arrivati dalle 19 trasferte, dove si contano 2 vittorie, 9 pareggi ed 8 sconfitte. Il Catania ha perso punti pesanti contro Akragas (0 in 2 partite), Andria (2 in 2 partite), Taranto (2 in 2 partite) e Melfi (1 in 2 partite). Tra andata e ritorno, le squadre che hanno lasciato il bottino pieno agli etnei sono state soltanto Messina e Cosenza. Il capocannoniere è Mazzarani, con 9 goal. Seguono poi Di Grazia e Pozzebon con 8 (quest’ultimo però ha realizzato solo due reti con la maglia del Catania). L’onnipresente è stato Matteo Pisseri, che ha giocato tutte le 38 gare di campionato, più le tre gare di Coppa Italia Lega Pro e quella di ieri a Castellammare di Stabia. Anche per rendimento, vince il portiere rossazzurro a mani basse: pochissime sbavature in tutta la stagione, prestazione sempre al di sopra della sufficienza. Il Catania ha anche cambiato tre allenatori: Rigoli, Petrone e poi Giovanni Pulvirenti. Con il primo sono arrivati 42 punti in 25 giornate, con il secondo 4 in 3 giornate e con il terzo 8 in 10 partite.
PROSSIMO ANNO – L’ad Pietro Lo Monaco ha già parlato chiaro: c’è il nome dell’allenatore degli etnei per la prossima stagione. I rumors danno per favorito Carmine Gautieri, ma ci sono in circolo anche i nomi di Grassadonia (tecnico attuale della Paganese) e di Lucarelli (al Messina). Occhio, come sempre, alle sorprese. Quello che può tranquillizzare i tifosi rossazzurri è che, salvo problemi dell’ultimo minuto, la squadra si iscriverà al prossimo campionato grazie al risanamento di bilancio che procede più che bene. Inoltre, per il prossimo mercato e quindi per la costruzione di una squadra che vinca il campionato, il Catania avrà in possesso un tesoretto di 2,5 milioni di euro circa che finiranno sulle casse rossazzurre in virtù di cessioni passate. E a proposito di squadra ‘ex-nova’: Lodi è il primo acquisto, probabilmente si dovrà congedare Bergamelli che a causa di alcuni problemi d’ingaggio è destinato a partire, forse verso Foggia in Serie B. Il grande affare di Lo Monaco potrebbe essere quello di trattenere Matteo Pisseri, che avrà certamente richieste anche di categorie superiori. Kalifa Manneh e Di Grazia potrebbero essere gli esterni da cui ripartire: veloci, duttili e con una buona visione di gioco. Prima di dare tutti questi nomi, però, servirà quello dell’allenatore per ridefinire l’organico. Quello societario, invece, dovrebbe rimanere invariato. Insomma, stagione chiusa ma già con il pensiero alla prossima: “ci si rivede ad agosto“.
L’amaro in bocca, i numeri ed il futuro: il Catania si congeda, “ci si rivede ad agosto”
CATANIA – In fondo, forse, è giusto così.
Il Catania esce dai playoff dopo esserci entrato da undicesima in classifica, grazie al posto liberato dal Matera in seguito al successo in Coppa Italia di Lega, e aver perso contro uno degli avversari più complicati da affrontare, la Juve Stabia. Il pareggio qualifica gli stabiesi, solo la vittoria avrebbe dato l’accesso al secondo turno agli etnei.
Il match termina 0-0 e lascia l’amaro in bocca ad alcuni, accentua la rabbia in altri, delude tutto il resto. La prova dei singoli, come Manneh, De Rossi, Gil, Marchese, è positiva: quella del collettivo, invece, è anonima. Il Catania, fondamentalmente, ha tirato una sola volta in porta con Djordjevic nella ripresa. Per il resto, le occasioni sono state soltanto ‘potenziali’, senza concretizzarle. Pozzebon ha deluso le aspettative, poco partecipe al gioco della squadra e colpevole di non aver dato la necessaria profondità per creare qualcosa in avanti. Poi è mancato l’apporto di Di Grazia, costretto ad uscire al posto di De Rossi. La sua sostituzione è stata obbligata, vista l’espulsione di Parisi.
PERCHÉ AMARO – Quando ci si siede a tavola e si termina il pranzo o la cena, è consono prendere un bicchierino d’Amaro di Sicilia per digerire. No, non è quello l’amaro di cui stiamo parlando: è un bicchierino troppo indigesto quello che viene bevuto al termine della gara di Castellammare di Stabia. Amaro per come si era messa la partita, che ha visto il Catania tenere bene il campo per 70′ con l’uomo in meno; Amaro perché se i rossazzurri avessero avuto il calcio di rigore, la partita avrebbe potuto prendere una strada diversa. Amaro perché se da un lato questa scelta arbitrale è stata sfavorevole, dall’altro non si può dar torto per il doppio giallo sventolato a Parisi, in difficoltà nell’uno contro uno con Lisi. Amaro per la prestazione che sa di un “esserci stati ma non abbastanza“, senza quel pizzico di cattiveria utile a colpire l’avversario. Tanto amaro perché a prescindere di come fossero stati raggiunti questi playoff, il Catania era lì e aveva la sua occasione. E i tifosi non c’erano, stavolta non per scelta loro. Questo è più che amaro, visto che tutte le tifoserie delle altre 23 squadre erano presenti. Amaro, perché al triplice fischio l’ottimismo di alcuni si è trasformato in tristezza; perché il pessimismo di altri è diventato realtà e perché il realismo dei rimanenti si è tramutato in rabbia.
NUMERI – Il Catania chiude la sua stagione con un pareggio a reti bianche ed in trasferta, sia per quanto riguarda la regular che per il post season. L’ultima rete dei rossazzurri è di Gil, il momentaneo 3-0 sul Siracusa. Nel complesso, il Catania vince 14 partite, ne pareggia e perde 12: 54 punti sul campo, 47 per via dei 7 punti di penalizzazione. Sono 40 le reti messe a segno dagli etnei, 36 quelle subite: undicesimo attacco del torneo, terza miglior difesa. I punti i rossazzurri li hanno costruiti in casa: dei 54 punti totali, soltanto 15 sono arrivati dalle 19 trasferte, dove si contano 2 vittorie, 9 pareggi ed 8 sconfitte. Il Catania ha perso punti pesanti contro Akragas (0 in 2 partite), Andria (2 in 2 partite), Taranto (2 in 2 partite) e Melfi (1 in 2 partite). Tra andata e ritorno, le squadre che hanno lasciato il bottino pieno agli etnei sono state soltanto Messina e Cosenza. Il capocannoniere è Mazzarani, con 9 goal. Seguono poi Di Grazia e Pozzebon con 8 (quest’ultimo però ha realizzato solo due reti con la maglia del Catania). L’onnipresente è stato Matteo Pisseri, che ha giocato tutte le 38 gare di campionato, più le tre gare di Coppa Italia Lega Pro e quella di ieri a Castellammare di Stabia. Anche per rendimento, vince il portiere rossazzurro a mani basse: pochissime sbavature in tutta la stagione, prestazione sempre al di sopra della sufficienza. Il Catania ha anche cambiato tre allenatori: Rigoli, Petrone e poi Giovanni Pulvirenti. Con il primo sono arrivati 42 punti in 25 giornate, con il secondo 4 in 3 giornate e con il terzo 8 in 10 partite.
PROSSIMO ANNO – L’ad Pietro Lo Monaco ha già parlato chiaro: c’è il nome dell’allenatore degli etnei per la prossima stagione. I rumors danno per favorito Carmine Gautieri, ma ci sono in circolo anche i nomi di Grassadonia (tecnico attuale della Paganese) e di Lucarelli (al Messina). Occhio, come sempre, alle sorprese. Quello che può tranquillizzare i tifosi rossazzurri è che, salvo problemi dell’ultimo minuto, la squadra si iscriverà al prossimo campionato grazie al risanamento di bilancio che procede più che bene. Inoltre, per il prossimo mercato e quindi per la costruzione di una squadra che vinca il campionato, il Catania avrà in possesso un tesoretto di 2,5 milioni di euro circa che finiranno sulle casse rossazzurre in virtù di cessioni passate. E a proposito di squadra ‘ex-nova’: Lodi è il primo acquisto, probabilmente si dovrà congedare Bergamelli che a causa di alcuni problemi d’ingaggio è destinato a partire, forse verso Foggia in Serie B. Il grande affare di Lo Monaco potrebbe essere quello di trattenere Matteo Pisseri, che avrà certamente richieste anche di categorie superiori. Kalifa Manneh e Di Grazia potrebbero essere gli esterni da cui ripartire: veloci, duttili e con una buona visione di gioco. Prima di dare tutti questi nomi, però, servirà quello dell’allenatore per ridefinire l’organico. Quello societario, invece, dovrebbe rimanere invariato. Insomma, stagione chiusa ma già con il pensiero alla prossima: “ci si rivede ad agosto“.