CATANIA – Doveva essere una serata all’insegna della convivialità e del dialogo, così come recitava il messaggio privato inviato dalla Società Catania SSD al mondo della stampa sportiva locale. Invece si è trasformato in altro, e non poteva non essere così.
Era nell’aria, abbiamo sperato fino all’ultimo, tutti, che non succedesse, ma purtroppo la notizia è arrivata nel primo pomeriggio: Siniša Mihajlović, sì, lui, il guerriero che tante gioie ci ha regalato alle falde dell’Etna, non è riuscito a vincere il suo ultimo incontro.
Così più di un velo di tristezza ha adombrato la serata che, inevitabilmente, ha mutato significato, senso, contenuto e forma e queste sono le parole di Grella prima che le stesse venissero interrotte dal pianto, sincero, vero, nel ricordo di un amico: “Dopo quello che è successo oggi c’era qualche dubbio se mandare avanti questo evento che nasce dal principio di buona collaborazione tra la nostra società e la stampa locale. Ho avuto modo non solo di giocare contro Siniša, ma negli ultimi anni anche di scambiare più volte dei pensieri non solo di calcio, ma anche di altro e sono certo che non fare questo evento non sarebbe stato nelle sue corde”.
Dicevamo il pianto che arriva con tutta la sua carica emozionale, di quelle che ti bloccano il fiato nei polmoni costringendo il vicepresidente a cedere il microfono al Direttore Generale Luca Carra.
“Come avete capito l’evento di oggi ha modificato il senso della serata che desideravamo trascorrere insieme a voi e vi ringraziamo per la partecipazione. Come stava provando a dirvi Vincenzo non volevamo annullare la serata, perché siamo certi che Siniša non avrebbe voluto perché per lui bisognava andare sempre avanti. Questo è anche un modo per cercare di ricordarlo, per fare un brindisi tutti insieme alla sua memoria. Gli auguri di Buon Natale ci sono e ci saranno sempre, in questo momento non credo ci sia una scelta giusta o una sbagliata, ma conoscendo Siniša e il suo spirito lui sarebbe stato qua con noi e non avrebbe annullato un evento come questo. E così abbiamo cercato di onorare la sua memoria anche in questo modo”.
Applausi, calorose strette di mano e nonostante il momento vi possiamo confermare che, in ogni caso, cordialità e stile non sono venuti meno tra uno scambio di auguri, qualche battuta che coglieva nel più lontano Amarcord e il futuro che verrà perché come sempre: “The show must go on”.
Così anche stavolta, così come avrebbe preteso Lui.