Declino, “prese in giro” e nessun progetto: la Sicilia calcistica in che mani sta?

Declino, “prese in giro” e nessun progetto: la Sicilia calcistica in che mani sta?

PALERMO – Il calcio siciliano è in declino. Partire con questa affermazione sarà duro, però i fatti recitano questa come unica sentenza, almeno al momento.

Le mancate iscrizioni di Siracusa e Palermo nei campionati di Serie C e Serie B non rafforzano solo il pensiero che, ormai, le squadre italiane in generale sono sempre più povere in chiave economica (vedasi i recenti fallimenti di Parma, Bari, Cesena e Foggia), ma che il calcio siciliano sia sempre più lontano dal professionismo.

Nel lontano 2006, tredici anni fa, Palermo, Catania e Messina militavano in Serie A, le prime due disputando un campionato di vertice, almeno per il girone d’andata. Piazze consolidate nel corso del tempo, tra l’altro, dove giocarci significava sudare per conquistare una vittoria, che non sempre arrivava.

Oggi, l’esponente della Sicilia è il Trapani, il quale giocherà in Serie B dopo aver conquistato la promozione tramite play-off. In Serie A non c’è nessuno da anni, in B soltanto una, in C adesso solo due, ovvero Catania e Sicula Leonzio.

Si è arrivati a un livello dove l’iscrizione in categoria fa notizia, dove il denaro non basta più, in società dove soldi effettivamente ne sono girati: il Catania si è spinto fino all’ottavo posto, il Palermo ha disputato una Coppa UEFA e i preliminari di UEFA Europa League, il Trapani è andato vicinissimo alla Serie A. Senza una forza economica alle spalle, difficilmente si fa strada. È la storia del calcio moderno, dove l’azienda prevale sulle società di una volta, “tutte cuore”.

È passato un anno da quando il Siracusa è stato prelevato da Giovanni Alì, ex presidente del Troina. Un anno tra alti e bassi, con la salvezza conquistata nelle ultime giornate: la morale della favola è che si è reso tutto inutile, visto che il prossimo anno gli aretusei non militeranno nel professionismo, un po’ come è successo nell’Agrigentino con l’Akragas.

Il caso che, tuttavia, fa più notizia, un po’ per categoria e un po’ per blasone, è quello del Palermo, al centro di vicende societarie illusorie e infinite, che ne hanno certamente compromesso il cammino verso la Serie A con la super penalizzazione.

Prima lo spettro della Serie C, poi un pizzico di tranquillità con la nuova proprietà Arkus Network, tanto è vero che i rosanero iniziavano a parlare di mercato con il nuovo tecnico Pasquale Marino. La fideiussione, invece, non è stata presentata: luci e ombre per l’iscrizione in Serie B. Pare che la Pec non sostituisca una documentazione cartacea che andrebbe consegnata prima del termine ultimo, dove invece servirebbe la mail di conferma.

Non è burocraticamente semplice, visto che un caso simile si ebbe con il Catania del presidente Angelo Massimino, finito radiato poiché l’iscrizione non era stata presentata nel modo corretto, nonostante i soldi ci fossero, prima come assegni e poi come contanti.

Cosa ne sarà dei rosanero non è ancora cosa nota, visto che la Serie D sembra concretizzarsi sempre più. Chiarimenti definitivi non ce ne sono stati e si aspetta, tra l’altro, una risposta da parte della Lega B.

Gabriele Gravina, presidente FIGC, ha dichiarato che verranno applicate le regole senza deroghe, l’Arkus Network dichiara che è tutto a posto, però i giocatori non avrebbero percepito gli stipendi, neanche Roberto De Zerbi avrebbe avuto i 400mila euro che aspettava visto il nuovo regolamento federale.

Chi dice la verità non si sa, i tifosi rosanero sono arrabbiati e in protesta. Nei prossimi giorni bisognerà avere risposte, anche per programmare la stagione, evitando estati come l’ultima, che ha avuto dell’incredibile. Ed è dire poco.

Ciò che rimane, comunque, è il calcio siciliano in declino. Si finisce proprio come abbiamo iniziato, con la parola “declino”. Si potrebbe fare decisamente di più, ma la discesa è stata atroce, per tutti. E ne risentono intere città che spariscono dal professionismo, dai piani alti, dalle partite importanti.

Rimanendo in una mediocrità che non conviene a nessuno.

Immagine in evidenza: Mediagol