Catania, segnali di risveglio dal coma. Trapani si conferma temibile in casa

Catania, segnali di risveglio dal coma. Trapani si conferma temibile in casa

TRAPANI – C’era attesa per il derby Trapani-Catania. Al triplice fischio del Sig. Pasqua della sezione di Tivoli, granata e rossoazzurri portano a casa un punto ciascuno, utile ai fini della classifica di entrambe. Il risultato di parità è sostanzialmente giusto, ma la formazione dell’Elefante avrebbe potuto ambire a qualcosa di più, se avesse sfruttato a proprio vantaggio l’inferiorità numerica per il doppio giallo attribuito a Ciaramitaro. Considerando il solo primo tempo, però, va detto che il Trapani ha dominato l’avversario. Etnei irriconoscibili, in costante difficoltà di fronte al pressing alto dei padroni di casa, praticamente su ogni pallone.

L’inserimento di Almiron nel 4-5-1 non ha sortito gli effetti sperati da Sannino nella prima frazione, consegnando un Catania fin troppo rinunciatario, molto contratto, privo di mordente e idee, teso come una corda di violino. Già al minuto 8 i granata trovano la via del gol. Le modalità dell’azione che portano all’1-0 permettono di evidenziare due aspetti: in primis il Catania si fa trovare ampiamente scoperto, innescando un contropiede trapanese devastante, con il solo Capuano a rimanere dietro. Lo stesso difensore, anziché spazzare via il pallone senza pensarci due volte, valuta come migliore soluzione il retropassaggio aereo a beneficio di Frison.

Il risultato? La palla viene addomesticata da Abate che, tutto solo a tu per tu con l’estremo difensore etneo, va in gol. Grave, gravissima l’ingenuità di Capuano che condiziona l’intero primo tempo catanese. Il Trapani, viaggiando sulle ali dell’entusiasmo, a questo punto spinge incessantemente. A centrocampo argina efficacemente la costruzione del gioco rossoazzurro ribaltando l’azione con disinvoltura, personalità e vigore atletico. Basso, Mancosu, il già citato Abate e Nadarevic corrono come matti scatenando l’inferno nella retroguardia del Catania. La manovra trapanese è avvolgente, con giocate di prima, sovrapposizioni ed inserimenti continui che esaltano il popolo granata.

Questo atteggiamento premia il Trapani che, al minuto 18, sfruttando la dormita di Martinho, Monzon e Capuano raddoppia: pregevole il tocco di Mancosu per Basso, velocissimo nel depositare il pallone in fondo al sacco. Poco prima dell’intervallo il Catania reagisce, ma lo fa con poco costrutto e tanta confusione. Il rientro negli spogliatoi è l’occasione giusta, per Sannino, di dare una strigliata ai suoi giocatori. Non a caso, nella ripresa, il Catania scende in campo con un altro volto. Cani, subentrato all’infortunato Martinho al 31’, in coppia con Leto regala centimetri ai rossoazzurri.

Entrambi si sacrificano molto, facendo salire la squadra. Proprio da un’intuizione di Cani nasce il 2-1 di Leto. Almiron, invece, comanda le operazioni in mezzo al campo con diligenza. Sugli esterni cresce la spinta di Monzon, si fa vedere più spesso anche Sauro sulla destra. Il Trapani soffre, fatica a ripartire con la veemenza del primo tempo ed è costretto a rintanarsi in difesa, stringendo i denti come può. Poca densità a centrocampo per la squadra di Boscaglia, Feola e Ciaramitaro devono rinculare frequentemente arrivando in ritardo su molti palloni. Le cose peggiorano per il Trapani quando l’arbitro espelle proprio Ciaramitaro.

Catania sempre più padrone del campo, capace di macinare gioco e metri collezionando cross su cross, assist a raffica ed occasioni da rete. Un portentoso Gomis nega a più riprese la gioia del gol al Catania, ma nulla ha potuto al 75’ ancora una volta su assist di Cani per Leto, lasciato colpevolmente solo dalla difesa trapanese. Nei minuti finali il Trapani, sornione, prova a sorprendere gli avversari beneficiando di alcuni calci piazzati insidiosi.

Prima del triplice fischio, Frison interviene con un’ottima respinta ed i granata protestano per un presunto fallo di mano in piena area etnea, ma sembra che faccia bene il direttore di gara a non concedere il rigore. Le annotazioni positive non mancano per le due squadre, che possono guardare avanti con rinnovato ottimismo. Il Trapani si conferma compagine assai temibile tra le mura amiche, lontano dal “Massimino” il Catania invia segnali di risveglio dal coma.