CATANIA – Pellegrino sostiene di essere soddisfatto, ma ombre di scetticismo ce ne sono, eccome. Il Catania edizione 2014-2015 sembra ancora in verità un’incompiuta. Non tanto per i nomi della rosa, tutti davvero di primo livello, non tanto per chi guida la squadra, persona seria e coscienziosa, non tanto per il presidente Pulvirenti che ha promesso il massimo impegno societario per riportare la squadra subito in serie A, quanto per quel che il Catania ha mostrato in campo contro l’Equipe Sicilia nei giorni scorsi a Torre del Grifo. Gioco scadente, scarso impegno, disordine tattico.
E’ vero che dopo, in Austria contro gli arabi, i rossoazzurri hanno saputo imporsi con i gol di Castro e Rosina, abbastanza nettamente peraltro, ma anche in quella occasione hanno mostrato limiti tattici che potranno pesare durante il campionato cadetto che praticamente è ormai alle porte.
Maurizio Pellegrino è tranquillo, “la mia squadra saprà dimostrarsi da subito all’altezza della situazione, vedrete…” sostiene nelle interviste che gli vengono fatte. Ma è inutile e dannoso crogiolarsi in un ottimismo di maniera che frutti buoni non ne porta mai.
Insomma, a parte Rosina, il resto della squadra appare ancora in ombra. Calaiò tarda ad inserirsi negli schemi. La difesa priva a lungo di Monzon ha palesato chiari limiti di tenuta, il centrocampo orfano di Lodi è tutto da inventare e poi provare in impegni seri, non come avvenuto in Austria contro i volenterosi beduini del deserto.