Catania, i primi giorni di Petrone tra lavoro e fiducia (ma che polemiche!)

CATANIA – “Mi ha colpito una frase che mi ha detto il direttore (Lo Monaco, ndr) quando mi ha chiamato: ‘dobbiamo fare di tutto per arrivare in Serie B’. Io sono qui per questo”.

Mario Petrone è il nuovo tecnico rossazzurro e si è presentato così due giorni fa nella conferenza che ha aperto la sua nuova parentesi da allenatore, stavolta alle pendici dell’Etna. Tecnico preparato con esperienze importanti ad Ascoli su tutte ma anche a Bassano del Grappa con il Bassano Virtus e con il San Marino: con i bianconeri marchigiani ha ottenuto il premio di miglior allenatore della Lega Pro ed è arrivato ai quarti ai playoff promozione. Il suo Ascoli è poi salito in Serie B in virtù delle retrocessioni di Catania e Teramo. 

Il suo arrivo a Catania però ha già portato delle novità importanti, condite da polemiche non poco indifferenti: Petrone martedì scorso ha spiegato ai giornalisti catanesi in che modo si sono conclusi i suoi rapporti con l’Ascoli. Il tecnico, molto serenamente, ha spiegato che è stato contattato dal ds Giaretta per trattare la risoluzione consensuale in quanto “la società aveva problemi di budget”. Queste dichiarazioni non sono andate giù né al ds Giaretta e nemmeno al presidente ascolano Bellini: il primo ha utilizzato pochi giri di parole, criticando aspramente le dichiarazioni rilasciate da Petrone, affermando che “la proprietà può comprarsi il Catania e tutta la Sicilia”. Il patron dell’Ascoli invece si è detto stupito dalle parole del trainer rossazzurro, dichiarando che “Petrone ha detto delle cose da stupido”.

Chi poteva rispondere a tutto questo, se non Lo Monaco? Secondo quanto riportato dal quotidiano “La Sicilia”, ecco le parole dell’ad di Torre Annunziata: “Siamo lieti di apprendere che l’Ascoli è una società con i conti a posto. In un passato tutt’altro che remoto da alcune operazioni di mercato con il Catania, l’Ascoli trovò i soldi per sopravvivere. Come se il Catania avesse salvato l’Ascoli, non una, ma più volte. Giaretta ha perso una buona occasione per stare zitto. Giaretta porti rispetto ai nostri colori e alla nostra gente e si documenti meglio sulla Sicilia, sulle potenzialità della nostra regione, che è patrimonio mondiale”. Saltato agli occhi di diversi tifosi del Catania quel “nostra regione”, poiché lui originario della Campania non è siciliano, ma evidentemente ha un legame talmente forte con la Sicilia che la sente ormai casa propria.

Dopo questo breve ma intenso batti e ribatti, torniamo al campo e al Catania che sabato se la vedrà con il Taranto, squadra rivale dei rossazzurri. Petrone conosce bene la categoria e ha la possibilità di dare una svolta a questa squadra soprattutto in trasferta, dove con l’Ascoli vinse otto partite fuori dalle mura amiche. Ci sarà certamente il ritorno della difesa a 4, visto che il suo modulo preferito è il 4-2-3-1, che potrebbe evolversi in un 4-4-2. Da non tralasciare però il 3-5-2, che potrebbe essere una possibilità a partita in corso. 

Nel suo primo giorno il gruppo ha svolto una sessione di lavoro tecnico-tattico. In chiusura, partitella su campo ridotto e programmi differenziati di scarico e lavoro aerobico, in base ai minuti di gioco sommati ad Agrigento. Ieri una doppia seduta che ha visto i calciatori lavorare in palestra ma anche approfondimenti tattici e partitella “in famiglia”, caratterizzata da sei reti. In evidenza Tavares, autore di una tripletta, a segno anche Drausio, Pozzebon e Di Grazia. E gli infortunati? Baldanzeddu e Di Cecco si sono allenati a parte, mentre Petrone può tirare un sospiro di sollievo visto il recupero di Djordjevic e Russotto, entrambi assenti ad Agrigento. Oggi un’altra doppia seduta: “la squadra deve vivere una settimana intensa, come un gruppo che deve vincere”, ha detto il tecnico etneo durante la sua presentazione ufficiale. 

Bisognerà lavorare sulla mentalità, sull’atteggiamento e sulla tenuta in campo. Intanto, intervistato dal Giornale di Sicilia, Pino Rigoli ha salutato Catania e la sua tifoseria: “Il legame forte che ho con Catania e per il Catania rimarranno inalterati anche a chiusura del mio rapporto professionale con la società etnea. Non è un obiettivo non concretizzato che muta il sentimento profondo di rispetto e di onore che più volte ho manifestato verso questa la società e verso Catania […]. Si poteva e doveva fare meglio. Lascio un gruppo formidabile, una squadra quinta in classifica per punti conquistati sul campo che saprà reagire con forza grazie anche agli ultimi arrivati di fine gennaio e sui quali si stava lavorando perché è nelle corde di questi atleti superare gli ostacoli più difficili”.