CATANIA – “La morte di Pierpaolo Pasolini è, a 50 anni di distanza, intrisa di dubbi ed altrettanti misteri e l’unica certezza è che dal 2 novembre 1975 l’Italia ed il mondo intero sono privi del contributo artistico e culturale di una delle personalità e degli intelletti maggiormente prolifici del secolo scorso”.
Con queste parole Nicola Costa, uno tra i più apprezzati artisti siciliani impegnati nella direzione del teatro contemporaneo, reduce dalla applaudita partecipazione nel “Don Giovanni involontario” di Brancati per il cartellone del Teatro Stabile di Catania, parla dello spettacolo “Solo l’amore conta” una pièce che graffia l’anima rimanendo legata ad essa.
Organizzato dal Centro Culture Contemporanee Zo di Catania, lo spettacolo rientra nel progetto artistico Centro Studi Teatro e Legalità ideato e diretto dallo stesso Costa che, con questo nuovo allestimento, debutterà sabato 5 luglio con inizio alle ore 21:00, in doppia replica domenica 6 con inizio alle ore 18:30 e alle ore 21:00.
Il testo, per contenuti e messa in scena, strizza l’occhio agli “Scritti corsari”, a “Il PCI ai giovani”, a “La ballata delle madri” ed altre opere pasoliniane, nonché ai fatti di Valle Giulia e di Piazza Fontana, alla strage alla stazione di Bologna per una messa in scena che non può definirsi uno spettacolo politico ma una pièce in cui predominano il coraggio della contestazione e l’importanza dell’amore.
“Ogni volta che riporto in scena questo spettacolo vengo travolto da un’infinità di emozioni e da un profondo senso di responsabilità, ricerca di giustizia e rispetto per l’uomo e l’artista, per il poeta e per il bambino che è stato Pierpaolo Pasolini- dichiara Nicola Costa- e questo valzer di stati d’animo mi commuove sempre”.
Protagonista un giovane Pasolini prima ed un anziano intellettuale dopo, vengono rappresentati come parti della stessa personalità di un unico essere umano capacissimo d’amare ogni aspetto della sua variegata e controversa esistenza.
Costa racconterà i sentimenti ed i conflitti che Pierpaolo, uomo ed artista, ebbe il coraggio di denunciare in un tempo in cui non era facile provare a cambiare le cose, esprimere dei dubbi o semplicemente prendere le distanze da certi dettami e dalle consuetudini imposte. “Pasolini – conclude Nicola Costa – denunciò per primo gli effetti che il consumismo avrebbe avuto nella società moderna, evidenziando la distanza che andava delineandosi in modo inarrestabile tra la classe borghese e quella operaia il cosiddetto sottoproletariato. Il suo contributo letterario è tutt’oggi di grande contemporaneità”.