Mafia e Stato deviato in “La grande menzogna” di Claudio Fava, per raccontare il grande depistaggio di via D’Amelio

Mafia e Stato deviato in “La grande menzogna” di Claudio Fava, per raccontare il grande depistaggio di via D’Amelio

CATANIA – In una scena scarna ed essenziale sul palco del Piccolo Teatro della città Paolo Borsellino, interpretato magistralmente da David Coco, parla al pubblico rapito dal suo racconto, che in prima persona narra in maniera diretta e senza troppi sentimentalismi cosa c’è dietro la strage di via D’Amelio.

Lo splendido monologo “La grande menzogna” scritto e diretto da Claudio Fava per una produzione “Nutrimenti Terrestri” nell’ambito del cartellone di nuovo teatro del Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale si muove in quello spazio che superato il momento di dolore e rabbia affronta gli anni del processo e il grande depistaggio manovrato appositamente da certi oscuri personaggi per occultare e nascondere fino ad arrivare quasi a giustificare il rapporto Stato- mafia e far apparire l’omicidio del giudice come una semplice vendetta di “Cosa Nostra”, senza intromissioni da parte dello Stato.

La pièce esempio di “Teatro civile” è un’invettiva, che con lucida analisi parla con rabbia ai vivi, ovvero alle coscienze, del furto di quella verità che tutti noi abbiamo subito sulla morte di Borsellino, perché è sicuramente più facile pensare che dietro la mafia ci sia solo mafia e non quello Stato deviato che collabora e dialoga con essa per la spartizione di potere ed interessi economici.

Diversi processi, decine di condanne, più di venti ergastoli accertati per mandanti ed esecutori mafiosi ma troppi depistaggi, finti colpevoli come il pentito Vincenzo Scarantino che con le sue bugie ha fatto condannare chi non aveva colpa. Punti interrogativi ancora irrisolti come la scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino in cui annotava tutto e l’intromissione degli “educatissimi servizi segreti“, come ripete David Coco durante la messa in scena, che hanno ripulito ogni cosa ancora prima dell’arrivo dei figli solo per nascondere verità scomode.

Uno spettacolo coinvolgente dal finale aperto in cui Borsellino dopo un dialogo immaginario con la figlia Fiammetta chiede al pubblico, generoso negli applausi di dedicargli solo la verità quella che gli è stata negata in questi anni ma tocca a noi tutti decidere se continuare ad accettare questa situazione e restituire giustizia a chi ha speso la sua vita per essa.