L’amore di “Romeo Q Giulietta” rivive a Catania scrivendo una nuova preziosa pagina di teatro contemporaneo

L’amore di “Romeo Q Giulietta” rivive a Catania scrivendo una nuova preziosa pagina di teatro contemporaneo

CATANIA – Il capolavoro di William Shakespeare, la storia d’amore più famosa al mondo e conosciuta da tutte le classi sociali, per mano dell’attrice e regista Francesca Ferro e la fedele traslazione in lingua siciliana di Alessio Patti diventa “Romeo Q Giulietta”, ambizioso e ben riuscito spettacolo prodotto da Teatro Mobile di Catania in scena fino a domenica 10 febbraio al Centro Zo.

Il plot narrativo è quello scritto dal Bardo vestito di nuovi colori e atmosfere tipiche dei quartieri più ruspanti della nostra città in cui non è difficile assistere a scontri di potere tra famiglie, in questo caso i Capuleti e i Montecchi, arroccate nel loro odio atavico per un motivo che forse non si ricordano più ma tramandato da generazione in generazione. L’intera pièce è diretta e ideata magistralmente in chiave moderna e coinvolgente, in cui Romeo, un garbato e valido Giovanni Maugeri, è un ragazzotto di quartiere dallo sguardo pulito che sogna l’amore prima in Rosalina per poi perdersi negli occhi della sua Giulietta, interpretata con passione e un pizzico di divertente ironia da una splendida Maria Chiara Pappalardo, che con tanto di zeppe, calze a rete larga e mini abito luccicoso cede all’amore firmando la sua condanna a morte.

Tutti i protagonisti in scena, interpretati da un cast di eccellenti attori siciliani composto da Giovanni Arezzo, Francesco Maria Attardi, Verdiana Barbagallo, Dany Break, Fabio Costanzo, Domenico Gennaro, Mansour Gueye, Loredana Marino, Giovanni Maugeri, Mario Opinato, Maria Chiara Pappalardo, Pasquale Platania, Teresa Spina e Renny Zapato, insieme alla straordinaria e amichevole partecipazione di Guia Jelo, riescono ad abbattere i confini  tra palco e platea creando una particolare empatia con il pubblico fino al punto di diventare una cosa sola e vivere in prima persona le passioni e i tormenti di questa giovane coppia dal tragico destino.

Intelligente l’idea di rappresentare i personaggi principali della storia con abiti, accessori ed atteggiamenti caratteristici dei quartieri più disagiati del sud per ostentare uno status che non si ha ma si agogna come le pellicce  e le collane d’oro di Tebaldo, interpretato alla perfezione da Francesco Maria Attardi, il tossico allucinato e scanzonato Mercuzio in magliette di lurex e cappotto maculato reso vivo e vibrante da uno strepitoso Mario Opinato o l’atteggiamento spavaldo ed arrogante di chi decide le sorti di tutti coloro che sono sottomessi al potere mafioso del padrone di quel quartiere o territorio che vede nella toccante e magnetica interpretazione di una signora del teatro come Guia Jelo la perfetta realizzazione del significato che la regista Francesca Ferro voleva dare all’intero svolgimento della storia.

Un applauso va sicuramente a Fabio Costanzo che nei panni della protettiva e amorevole nutrice dona alla scena una particolare energia, che insieme alla brillante interpretazione di Domenico Gennaro e Loredana Marino nel ruolo dei genitori della protagonista incarnano lo specchio di molte famiglie che da nord a sud decidono a priori la vita dei figli come il matrimonio con Paride, un convincente Renny Zapato. Bravo Giovanni Arezzo nel ruolo di Benvolio, il fraterno amico di Romeo che insieme a Mercuzio cercano di proteggerlo dalle sue scelte. Decisivo il ruolo di frate Lorenzo, Pasquale Platania, che a cavallo di un motorino elettrico sfreccia sul palco cercando di calmare gli animi e risolvere i problemi dei due giovani amanti. Le musiche di Massimiliano Pace, i costumi di Giusi Gizzo con gli allievi dell’Accademia Cams Studio contribuiscono a realizzare una versione di Romeo e Giulietta che si confronta con il nero della pietra lavica e la passionalità dell’Etna in nome di quell’amore che unisce e lega per l’eternità.