“La Locandiera” secondo Buio in Sala: forza, femminilità e modernità al Teatro Ambasciatori

“La Locandiera” secondo Buio in Sala: forza, femminilità e modernità al Teatro Ambasciatori

CATANIA – Al Teatro Ambasciatori è andata in scena una sorprendente rilettura de “La Locandiera”, celebre commedia di Carlo Goldoni, proposta dalla compagnia Buio in Sala per la regia di Massimo Giustolisi. Uno spettacolo che ha conquistato il pubblico in tutte le giornate di programmazione, ricevendo applausi calorosi e consensi unanimi.

La versione firmata da Giustolisi si distingue per un linguaggio moderno e accessibile, capace di avvicinare gli spettatori contemporanei ai grandi classici del teatro italiano. Senza snaturare la brillantezza dell’originale, il testo viene riscritto con delicatezza e ironia, valorizzando temi attuali come l’intelligenza femminile, l’indipendenza e l’arte della seduzione.

La regia, dinamica ed equilibrata, alterna sapientemente momenti di pura comicità a spunti di introspezione, offrendo uno spettacolo coinvolgente, ritmato e mai scontato. Le interazioni tra i personaggi sono manovrate con abilità, dando vita a un gioco teatrale vivace e ben orchestrato.

A rendere ancor più suggestiva l’esperienza scenica, l’allestimento curato da Martina Ciresi e Stefano Privitera, che firmano una scenografia raffinata e originale. L’elemento visivo ricorrente delle carte da gioco, sempre presenti in scena, rappresenta metaforicamente il gioco delle parti, della finzione e dei sentimenti, restituendo un’immagine elegante e simbolica della commedia.

Chiara Tron, nel ruolo di Mirandolina, incarna con carisma e intensità la protagonista: una donna capace di sedurre con intelligenza, di giocare con i sentimenti degli uomini mantenendo però sempre il controllo della situazione. Una figura femminile senza tempo, specchio della complessità e della forza delle donne di ogni epoca.

Accanto a lei, Giuseppe Bisicchia nei panni del Cavaliere di Ripafratta conquista il pubblico con un’interpretazione brillante e misurata, dove l’arroganza maschera fragilità profonde. La chimica scenica con Mirandolina è palpabile e dà vita a uno scambio ricco di comicità e tensione emotiva.

Giovanni Strano (Fabrizio), Giuseppe Brancato (marchese) e Daniele Bruno (conte) completano il quadro con personaggi sfaccettati, ironici e intensi, che animano la scena con energia e misura. In equilibrio tra caricatura e profondità, arricchiscono la narrazione con leggerezza e qualità interpretativa.

Chiudono il cast i giovani talenti Anastasia Caputo, Oriana Ciaffaglione e Salvo Casella, allievi attori che si inseriscono nel racconto con freschezza e padronanza.

Uno spettacolo che riesce a far ridere, riflettere ed emozionare, restituendo pienamente la vivacità e l’attualità della commedia goldoniana. Una prova di grande passione, talento e professionalità che conferma ancora una volta il valore della compagnia Buio in Sala e la vitalità della scena teatrale catanese.

Ph Andrea Paolo Calì