Il Teatro Stabile Gravina regge bene la scena con “Le sorprese del divorzio”

Il Teatro Stabile Gravina regge bene la scena con “Le sorprese del divorzio”

CATANIA – Commedia brillante “Le sorprese del divorzio” scritta a quattro mani da A. Bisson e A. Mars e di un complesso intreccio narrativo come poche messe in scena dal Teatro Stabile Gravina, un banco di prova di certo non facile per nessuno e ben superato non senza le naturali difficoltà di un copione da vertiginosa labirintite soprattutto nel finale sempre più denso di equivoci.

Si comincia con suocera e genero sempre in disaccordo, un classico del teatro che non aggiungerebbe nulla più al già visto se poi, per un complesso gioco di divorzi (da questi la soprese), e di nuovi matrimoni non ci si ritrova con… l’ex moglie come suocera! E ciò basterebbe già per sorprendere il pubblico se non si aggiungesse a questa assurda fatalità parentale, come le arcinote scatole cinesi, nuovi equivoci che rinviano ad altri malintesi proliferando, a loro volta, un susseguirsi di dialoghi tra ilarità e totale, ricercata, confusione, quest’ultima punto di forza del copione.

I protagonisti? Hanno dato l’anima e anche di più per tenere testa a questo susseguirsi di eventi che definirli ondivaghi sarebbe come utilizzare il più mellifluo degli eufemismi. Così in ordine di apparizione ritroviamo Andrea l’amante deluso interpretato da Giorgio Nicolosi, una certezza tra esperienza e passione che si traduce in bravura: sembra proprio nato per fare questo mestiere. A seguire in scena Diana l’amata di Andrea che a sua volta ricambia queste sue attenzioni, ma non può soddisfare questo suo desiderio perché già sposa del protagonista Enrico.

E nel personaggio di Diana l’interprete Mary Fichera si ritrova in un ruolo più consono alle sue caratteristiche di attrice reggendo all’urto del triplo personaggio di amante mancata e… moglie due volte. Poi lui, Enrico, come dicevamo il protagonista, interpretato da Franco Torrisi, cosa dire? Ha dato fondo, raschiando il barile, alla sua quarantennale esperienza per contrastare le non poche difficoltà di chi doveva “accendere” la scena su più fronti: genero/suocera, marito e genero della sua ex moglie e… nuovo marito: non era facile davvero meritandosi un bravo soprattutto per un finale sempre in crescendo.



La suocera Gertrude? Ci ritroviamo una Maria Iuvara in una originale versione “vipera” che, se non è proprio nel suo DNA, sfidiamo chiunque a dire che non sia entrata bene nel ruolo. Gli applausi ricevuti nelle sue uscite di scena ne sono concreti testimoni. La domestica Marietta compito affidato a Maria Rosa Iudica, quando vuoi andare sul sicuro un regista navigato come Franco sa bene cosa scegliere come attrice. Esperienza da vendere e si vede tutta. 

La cugina Fernanda interpretata da Graziella Sangiorgio ancora una volta in un ruolo poliglotta e ancora una volta non sbaglia praticamente nulla, forse sarebbe il momento di metterla alla prova magari con un personaggio ancora più impegnativo, lo meriterebbe… Ottavio interpretato da Pippo Di Maura, ruolo chiave in questo dipanarsi di intrighi, personaggio tra il comico e il sempliciotto dove occorreva velocità di passaggio dall’uno all’altro e per sopperire Pippo ha provato a tenere premuto l’acceleratore a tavoletta riperdendosi bene e con esperienza da (in)evitabili sbandate.

Poi Gabriella che fa il suo ingresso in scena insieme al papà (Ottavio), ingresso in tutti i sensi perché rappresenta anche il debutto di Valentina Carmen Chisari che, dopo mesi dietro le quinte a imparare quest’antica arte, ha deciso di metterla in essere. Paga dazio come prima volta? Molto meno di quanto era inevitabile, la stoffa c’è tutta e di certo non mancherà il sarto per farne in futuro un ottimo vestito. E infine Vittorio, l’uomo factotum, ruolo affidato a Davide D’Amico che ha rispettato quanto richiesto e anche qualcosina in più. Ci si rivede il 21 aprile a conclusione della stagione con un classico del teatro siciliano come “U’ Paraninfu” e con l’annuncio delle date per la nuova stagione 2024/2025.