Debutto del Teatro Stabile Gravina all’Ambasciatori con Franco Torrisi mattatore

Debutto del Teatro Stabile Gravina all’Ambasciatori con Franco Torrisi mattatore

CATANIA – Sabato scorso, con replica domenica, è andata in scena al Teatro Ambasciatori, all’interno della rassegna dell’Associazione “Ridi che ti passa”, la commedia brillante: “L’ha fatto una signora” di M. Ermolli De Flaviis messa in scena dal Teatro Stabile Gravina.

L’emozione del debutto era palpabile e la stessa poteva giocare qualche brutto scherzo, ma alla fine l’esperienza trentennale della compagnia, guidata dal Maestro Franco Torrisi, ha compensato il pericolo di qualche svarione.

Commedia iperbolica, soprattutto nel suo snodare l’intricata trama tra surreale e reale con fitti dialoghi, molteplici eventi e con un finale tra il grottesco e l’ilare. Anche per questo non è stato semplice tenere il ritmo alto e l’intreccio di battute ed eventi che s’inseguivano a volte sovrapponendosi, costringendo gli attori a dare fondo a quasi tutto il loro repertorio.

Su tutti le battute ficcanti, e una gestualità teatrale di chi conosce davvero il mestiere, dello stesso Franco Torrisi nel personaggio di Luca il tassista, o il sagace uso del dialetto siciliano, lo storpiare le parole e il loro senso, alla ricerca di una risata, di Rosa (Graziella Filocamo), moglie gelosa fino al midollo di Luca, insieme al ruolo “frivolo” di Adam Savoca nel ruolo di Alfredo, impiccioso vicino di casa e collega di Luca, alla fine sono stati i principali puntelli di una impalcatura che ha provato ad auto reggersi in tutti tre spettacoli.

Lavoro teatrale denso anche nel numero di attori, ben dieci, da Pippo Di Maura nel ruolo dell’avido e scaltro padrone di casa, al brigadiere (Davide D’amico) dal barese incompressibile, dall’avvocato (Mimmo Zappalà) che tanto ricordava l’Azzeccagarbugli di manzoniana memoria, alla saggezza della figlia Annita (Giulia Guardo) fino a giungere ai vicini di casa Nunziata (Mariarosa Iudica), Maria (Graziella Sangiorgio) e Teresa (Rosy Arena), personaggi che aggiungevano quel tocco di antico tipico dei quartieri dove una volta tutti sapevano gli affari di tutti.

La lieta conclusione della vicenda con il monologo finale di Franco Torrisi, è stato il momento più ilare e quello più toccante che quasi in maniera sincrona hanno saluto il numeroso pubblico, soprattutto quello domenicale.