Debutta per la prima volta a Catania “La Nebbia – Follie del gregge” di Valentina Ferrante

CATANIA – Dopo il debutto nazionale al Fringe Festival di Roma l’applaudito spettacolo “La Nebbia- Follie del gregge” scritto, diretto e interpretato da Valentina Ferrante e Federico Fiorenza debutterà a Catania sul palco del Teatro del Canovaccio da venerdì otto a domenica dieci novembre per una produzione “Quasi Teatro” e “Nuova Compagnia teatrale del Canovaccio” con le musiche dal vivo di Alessandro Aiello.

Una pièce grottesca che prendendo spunto dal libro “Caro Duce ti scrivo”, una collezione di lettere inviate a Benito Mussolini da uomini e donne dell’Italia della seconda guerra mondiale, dove si arrivava a venerare la figura di quest’uomo, anche sotto l’aspetto sessuale, inevitabilmente crea un parallelismo con i tanti e difficili eventi politici dei nostri giorni.

La Nebbia è uno spettacolo sulla follia collettiva che parafrasando una nota frase di Shakespeare potremmo dire ‘Siamo fatti della stessa sostanza della pecora’ – racconta Valentina Ferrante protagonista di un teatro contemporaneo ricco di spunti di riflessione -, perché la follia del singolo diventa spesso la follia del gregge che porta a commettere azioni devastanti sulla nostra società”. Dalla massa emergono spesso nuovi mostri, che spiccano per qualità umanamente inaccettabili e – come dicono i due attori registi nello spettacolo – può capitare che una pecorella annebbiata dal nuovo mostro decida di seguirlo, facendo diventare la follia del singolo la follia del gregge. 



Un testo particolare ed elettrico, capace di creare un rapporto empatico ed interattivo con il pubblico facendolo diventare parte integrante della rappresentazione, con risultati a volte drammatici a volte sorprendentemente comici dove è protagonista la nostra società che partorisce nuovi mostri così mediaticamente forti da annebbiare la mente della gente con risultati devastanti per la nostra collettività.

Il paragone con i leader della nostra politica attuale è immediato – continua la Ferrante – anche se durante lo spettacolo non si fanno nomi specifici, tutta la messa in scena è paragonabile ad una scossa elettrica, perché le nostre sinapsi ricevono degli impulsi che mettono in tilt il nostro sistema nervoso, il quale deve essere accordato sapientemente come se fosse uno strumento musicale facendo così emergere la ciclicità degli eventi storici con le loro atroci verità”.