Da Catania a Roma, la missione di un attore tra passione e difficoltà: la storia di Danilo Arena

Da Catania a Roma, la missione di un attore tra passione e difficoltà: la storia di Danilo Arena

CATANIA – Da sempre Catania stupisce per le proprie caratteristiche, dalle bellezze paesaggistiche alle prelibatezze della cucina locale.

La facilità con cui, in un attimo, si può raggiungere il mare e poco dopo la montagna, o viceversa, apprezzando in entrambi i casi le viste mozzafiato.

Ma non finisce qua. In termini artistici, i riflettori sono stati puntati parecchie volte sulla città ai piedi dell’Etna per aver “sfornato” numerosi talenti.

Su questo fronte ci si dovrebbe dilungare molto, ma non è opportuno in questa sede. Invece, è l’occasione giusta per raccontare la storia di un catanese che, come tanti altri, ha spiccato il volo verso nuove città e nuove opportunità.

In collegamento da Roma è intervenuto ai microfoni di NewSicilia.it, Danilo Arena, 25enne catanese emergente nel mondo dello spettacolo.

Come hai iniziato a coltivare la passione verso questo mondo?

“Nell’ambito della recitazione tutto è iniziato all’età di 7 anni grazie a mio fratello che mi portava in vari eventi teatrali. In queste occasioni ho iniziato a recitare. Ognuno improvvisando interpretava dei personaggi. Attraverso questo ho capito che mi piaceva la recitazione e dunque ho proseguito su questa strada”.

L’esperienza catanese

“Tutto è iniziato partecipando a un musical a Enna, dove c’erano ragazzi che facevano parte del C.A.M.S. (College Arti e Mestieri dello Spettacolo). Ho chiesto a loro il numero di telefono della direttrice. Quando l’ho chiamata si trovava a cena con Garrison Rochelle. Le ho detto che volevo fare l’attore ma non potevo permettermelo economicamente. Mi è stata data l’opportunità di fare la settimana di prova. Successivamente a essa, fortunatamente ho vinto la borsa di studio e solo in tal modo ho potuto fare il percorso completo di 2 anni, concentrandomi sulla recitazione. Il tutto dai 21 ai 23 anni”.

Il debutto in Rai con Che Dio ci aiuti 4

“Nel 2016, mentre ero alla fine del primo anno al C.A.M.S., la direttrice ha concesso l’autorizzazione alla Rai per il mio esordio. Quando mi trovavo sul set entravo nel mio personaggio, io ero Tommaso. Non pensavo che quella fosse Elena Sofia Ricci, bensì la vedevo come una suora e basta. Per partecipare al provino ho mandato un video. Quando ho ricevuto la chiamata, in cui mi veniva detto di essere stato preso, mi trovavo alla guida in autostrada per andare a fare delle prove. Ricordo che al momento dell’esito ho accelerato forte con la macchina”. 

I sacrifici per raggiungere Roma

“Prima del trasferimento definitivo, ho viaggiato diverse volte. In una delle mie prime esperienze ho mentito alla produzione. Ho affermato di avere l’appoggio a Roma, ma in realtà non era vero. Quando sono arrivato, al primo ristorante che ho incontrato mi sono cambiato per andare in scena. Alla fine mi hanno ospitato i proprietari del locale e ho dormito sul divano. Avevo il biglietto di ritorno ma non sono tornato a casa. Mi trovavo 100 euro in tasca e avevo perso il volo. Volevo fare l’attore”. 

Il distacco da Catania e il momento della svolta

“Nel 2018 mi sono trasferito definitivamente a Roma. Per quanto non lo davo a vedere in realtà ero molto spaventato. Avevo pochi soldi e molta paura di non farcela. Mangiavo mezza volta al giorno. Mio padre mi chiedeva al telefono se avessi bisogno di soldi ma io rifiutavo. Il mio obiettivo era quello di canalizzare le energie e farcela da solo. All’inizio è stato tutto molto difficile tra la sistemazione della casa e quella lavorativa. Ero stanco e disorientato. Adesso ovviamente mi sono abituato”.

La partecipazione al videoclip “I tuoi particolari” di Ultimo

“Le canzoni di Ultimo hanno caratterizzato la mia vita, in particolare un tratto importante. Proprio nel periodo in cui ascoltavo assiduamente i suoi brani è arrivato il videoclip. Per me era un momento particolare, la sua musica è stata protagonista della mia vita. Quindi il fatto che io sia arrivato in quel videoclip ha un motivo. Mi piacerebbe fare il protagonista per Ultimo”.

Catania o Roma, quale sceglieresti?

“Si tratta di un confronto che a dire il vero non può essere fatto. Catania e più in generale la Sicilia appartengono a quella che definisco la mia terra. A Roma lo dico sempre che sono siculo. Questo concetto lo porto con me nella mia gavetta. Io non dimenticherò mai da dove provengo”. 

L’importanza dell’orientamento religioso nella carriera

“Io sto dove mi dice di stare Dio, io ci credo. È lui che mi indica la via altrimenti non si spiega, considerate le difficoltà che ho incontrato. Dunque io sono al servizio di Dio per il prossimo. La mia è una missione e lui ha scelto il cinema per me. Per esempio, quando ho girato la commedia “Cambio tutto!”, in uscita al cinema, ho notato che anche in questa occasione c’è stato un collegamento con Dio. Dopo aver girato le scene di questo film ho cambiato lavoro e casa. Sono sempre stato protetto, altrimenti io mi sarei dovuto rassegnare. Il lavoro non l’ho cercato bensì mi è arrivato. Ecco perché dico che è una strada che sta spianando Dio”.

Obiettivo finale è la vincita del premio cinematografico italiano “David di Donatello”

“Io lo vincerò come miglior attore protagonista. Non so come, ma accadrà. Voglio consegnare il premio a mio padre e spero che lui sia ancora vivo quando succederà. Si tratta del mio sogno più grande. Ho paura poiché essendo l’obiettivo finale, temo di non avere più stimoli successivamente per continuare. Sono realista quindi non dico l’Oscar, ma il Donatello sì”.

Rimanere se stessi, tra realtà e finzione

“Interpreto dei personaggi e così trasmetto dei messaggi. Desidero che gli spettatori mi vogliano bene se il personaggio è buono e che mi odino se il personaggio è cattivo. Non è pensare come se fossi ma è essere. Io non penso come quel personaggio, io sono quel personaggio. Questo è il gioco da portare in scena. Io cerco di stare il meno possibile con me stesso. Mia madre e mio padre mi dicevano da piccolo che avevo poca personalità perché quando frequentavo una persona pensavo come lei. Ora a distanza di tempo capisco cosa accadeva. Inconsciamente stavo assorbendo il pensiero di quella persona per ricrearlo. Io non ho personalità perché le voglio possedere tutte, essendo un attore. Con questo mi collego a Shakespeare nella sua commedia “Sogno di una notte di mezza estate””.

Si potrebbe dire che un attore alterna diverse maschere?

“Secondo me non si tratta di maschere. Nel momento in cui io sono un personaggio io dico la verità che sta dentro lui quindi non è una maschera. Non si finge. Ma ovviamente ci si comporta nel modo più consono alla situazione. Per esempio, con il datore di lavoro non ci si rapporterà mai nella stessa maniera in cui potrebbe accadere con il proprio partner”.

Quali sono le sensazioni che si provano quando si rivede una scena dopo averla girata?

“Nel momento in cui mi rivedo in una scena, vorrei subito rifarla. Percepisco gli errori e la vorrei rigirare senza errori. Questo fa crescere. Poi per il resto non che non mi piaccia rivedere ciò che ho fatto, ma personalmente non mi piaccio. Certo, sicuramente è una soddisfazione rivedersi per esempio in TV, anche se, per quanto mi riguarda la mia strada, è il cinema quindi più che TV oserei dire sala cinematografica”. 

Se dovessi descrivere il tuo percorso con una canzone quale sarebbe?

“Mi viene in mente un momento in particolare. Penso all’istante in cui mi verrà consegnato il David di Donatello. Quell’attimo lo descriverei con una canzone che si intitola “Can’t hold us” di Macklemore. Nello specifico la parte del brano che recita “this is moment”, questo è il momento”.

Il segreto per continuare lungo la propria strada

“Non ho particolari consigli da dare, però dico che ognuno di noi ha una motivazione. Nel momento in cui si vuole affrontare un cammino, qualsiasi esso sia, si deve avere un motivo, persino inspiegabile. Nel mio caso il motivo è Dio. Bisogna crederci, prima di tutto. Si deve capire e sentire la motivazione, ma essa deve essere davvero forte. Infatti, io quando avrò 70 anni sarò ciò che sono anche adesso, perché la mia motivazione è più forte di tutto il resto. Bisogna lasciarsi guidare dalle energie e tutto accade, anche se ovviamente bisogna mettere i mezzi”. 

Fonte foto: YouTube, Ultimo – “I tuoi particolari”