Coronavirus, Alfonso Restivo: “Sono rimasto in Lombardia perché amo la mia Sicilia”

Coronavirus, Alfonso Restivo: “Sono rimasto in Lombardia perché amo la mia Sicilia”

CATANIA –Ho deciso di non ritornare a Catania per proteggere genitori, parenti ed amici. Mi sono sentito in dovere di prevenire il contagio rimanendo a Busto Arsizio la città dove vivo e lavoro”. Inizia così la videochiamata con il catanese Alfonso Restivo, artista e insegnante di Storia dell’arte e Disegno al Liceo Scientifico Grassi di Saronno, che da circa un mese e mezzo da quando è scoppiata l’epidemia in Lombardia vive “recluso” a casa.

I miei suoceri vivono a Codogno – continua Alfonso Restivo con la voce rotta dall’emozione –, ho visto l’epidemia del Coronavirus crescere giorno dopo giorno con un radicale cambio di abitudini, le città sono l’ombra di quello che erano un tempo”. La vita, con il telefono sempre accanto per mantenere i rapporti al di là delle mura di casa, a motori quasi spenti, continua inesorabilmente ad andare avanti.

Dal mio balcone vedo e sento passare troppe ambulanze a qualunque ora del giorno e della notte – sottolinea l’insegnante trasferitosi da sei anni in Lombardia – e dai racconti di amici medici ed infermieri ho sentito il bisogno di alleviare la sofferenza dei malati donando, ad un reparto di terapia intensiva di un ospedale della mia zona, un tablet per avvicinare i pazienti alle loro famiglie e alleviare il dolore psicologico di non avere nessuno accanto neanche durante il momento del trapasso”.

Lo smart working per Alfonso Restivo e migliaia di italiani in quarantena è l’unico contatto con il mondo esterno anche se ha completamente rivoluzionato il modus operandi di molti soprattutto di insegnanti e studenti: “Devo essere sincero questa versione digitale della scuola, almeno per quanto riguarda gli allievi delle mie otto classi, è ben seguita. I miei studenti mi seguono con attenzione e sono stimolati da questa nuovo tipo d’insegnamento. Il rapporto diretto con i ragazzi continua ad esserci con le videochiamate e le videolezioni che cerco di rendere ogni volta diverse e mai ripetitive”. Sull’imminente futuro degli esami di maturità risponde: “Ho due quinte che dovranno affrontare gli esami. Ancora non si sa molto, tranne la presenza di ben sei membri interni, ma una cosa è certa si affronterà questa prova finale con lo stesso rigore e rispetto degli anni precedenti, senza sconti particolari ma con una nuova formula probabilmente tutta digitale”. Sulla fuga dalla zona rossa verso il sud è categorico: “In questo momento dobbiamo essere più che responsabili, perché in Sicilia la sanità è imparagonabile a quella lombarda o veneta e scendendo a casa avrei messo in difficoltà chi amo rubando magari dei posti letto a chi potrebbe averne bisogno e non è giusto”.

Un periodo difficile, la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi, che ogni italiano giorno dopo giorno spera in un prossimo ritorno alla normalità: “A fine maggio compirò 40 anni e spero di fare una grande festa con genitori ed amici brindando alla sconfitta del Coronavirus”.